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70-gene signature as an aid for treatment decisions in early breast cancer: updated results of the phase 3 randomised MINDACT trial with an exploratory analysis by age

L’articolo riporta i risultati dello studio MINDACT aggiornati a 8,7 anni di follow-up e di un’analisi esploratoria condotta all’interno di tale studio sulla base dell’età delle pazienti.
Il MINDACT è un trial multicentrico, randomizzato, di fase 3, che ha dimostrato prospetticamente l’efficacia prognostica e l’utilità clinica della gene signature Mammaprint; sono stati arruolati pazienti con carcinoma mammario infiltrante T1-T3 con 0-3 linfonodi positivi; per ogni paziente è stato determinato il profilo di rischio genomico utilizzando la signature Mammaprint e quello clinico, basandosi su una versione modificata di Adjuvant online: le pazienti con basso rischio clinico e genomico non hanno ricevuto chemioterapia, le pazienti ad alto rischio clinico e genomico hanno ricevuto un trattamento con antracicline e taxani. Le pazienti in cui la determinazione del profilo di rischio clinico e genomico sono risultati tra loro discordanti sono state randomizzate a ricevere o meno la chemioterapia. L’obiettivo primario dello studio era valutare se, tra le pazienti ad alto rischio clinico e basso rischio genomico non trattate con la chemioterapia, il limite inferiore dell’intervallo di confidenza al 95% (cioè il limite di non inferiorità) per la sopravvivenza a 5 anni libera da metastasi a distanza fosse ≥ 92%. 6.693 pazienti sono state arruolate nello studio; dopo un follow-up di 8,7 anni, nelle pazienti ad alto rischio clinico e basso rischio genomico non trattate con chemioterapia la sopravvivenza libera da metastasi a distanza è risultata di 95,1% (IC 95%: 93,1 – 96,6). Un’analisi condotta in base allo stato linfonodale nelle pazienti con malattia recettori ormonali positivi HER2 negativo ha evidenziato, nelle pazienti con linfonodi negativi, una sopravvivenza libera da metastasi a distanza di 91,7% (IC 95%: 88,1 – 94,3) in chi aveva ricevuto la chemioterapia e di 89,2% (IC 95%: 85,2 – 92,2) in chi non l’aveva ricevuta; nelle pazienti con 1-3 linfonodi positivi la sopravvivenza libera da metastasi a distanza è risultata 91,2% (IC 95%: 87,2 – 94,0) con chemioterapia vs 89,9% (IC 95%: 85,8 – 92,8) senza chemioterapia.
L’analisi esploratoria sulla base dell’età nello stesso target di pazienti ha infine dimostrato una sopravvivenza libera da metastasi di 93,6% (IC 95%: 89,3 – 96,3) con la chemioterapia e di 88,6% (IC 95%: 83,5 – 92,3) senza chemioterapia nelle pazienti con età ≤ 50 anni e di 90,2% (IC 95%: 86,8 – 92,7) vs 90,0% (IC 95%: 86,6 – 92,6) nelle pazienti di età > 50 anni.
Il follow-up più prolungato conferma l’utilità clinica della signature Mammaprint nell’identificare un sottogruppo di pazienti per le quali, nonostante l’elevato profilo di rischio clinico, la chemioterapia può essere omessa; l’analisi esploratoria condotta sulla base dell’età supporta la possibilità di non trattare con chemioterapia adiuvante le pazienti di età > 50 anni con un basso profilo di rischio genomico, ma evidenzia un potenziale vantaggio della chemioterapia adiuvante nelle pazienti più giovani, che potrebbe essere in parte dovuto, secondo gli autori, allo stato menopausale iatrogeno indotto dalla chemioterapia.


Martine Piccart, Laura J van ‘t Veer, Coralie Poncet, Josephine M N Lopes Cardozo, Suzette Delaloge, Jean-Yves Pierga, Peter Vuylsteke, Etienne Brain, Suzan Vrijaldenhoven, Peter A Neijenhuis, Sylvian Causeret, Tineke J Smilde, Giuseppe Viale, Annuska M Glas, Mauro Delorenzi, Christos Sotiriou, Isabel T Rubio, Sherko Kümmel, Gabriele Zoppoli, Alastair M Thompson, Erika Matos, Khalil Zaman, Florentine Hilbers, Debora Fumagalli, Peter Ravdin, Susan Knox, Konstantinos Tryfonidis, Aleksandra Peric, Bart Meulemans, Jan Bogaerts, Fatima Cardoso, Emiel J T Rutgers

The Lancet Oncology, 2021 Apr

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