Articoli Scientifici

Adjuvant Pembrolizumab after Nephrectomy in Renal-Cell Carcinoma

Il trattamento di scelta nel carcinoma renale localizzato è rappresentato dalla nefrectomia parziale o totale. Nonostante ciò, quasi il 50% dei pazienti può sviluppare localizzazioni secondarie a distanza.
Numerosi studi sono stati condotti negli ultimi anni per esplorare il ruolo di farmaci anti-angiogenici e inibitori tirosin chinasici (es. sunitinib, sorafenib, pazopanib, ecc; TKI) nel setting adiuvante senza dimostrare un vantaggio in termine di sopravvivenza globale. In questo quadro si inserisce lo studio KEYNOTE-564, studio di fase III, in doppio cieco, che ha randomizzato pazienti sottoposti a nefrectomia per carcinoma renale a ricevere pembrolizumab (al dosaggio di 200 mg flat dose ogni 3 settimane) vs placebo per 1 anno. Nello studio sono stati arruolati anche pazienti affetti da carcinoma renale metastatico radicalmente operati sia a livello locale che della localizzazione secondaria (i pazienti M1 NED erano circa 6%). Obiettivo primario dello studio era la sopravvivenza libera da malattia (DFS) con valutazione da parte degli investigatori, mentre la sopravvivenza globale (OS) era un obiettivo secondario.
Nella prima analisi ad interim prepianificata, il trattamento con pembrolizumab ha dimostrato un vantaggio staticamente significativo in termini di DFS a 24 mesi rispetto al placebo (77,3% vs 68,1%; HR 0,68 [IC 95%: 0,53-0,87]; p = 0,002), anche nel sottogruppo dei pazienti sottoposti a resezione radicale delle metastasi. La percentuale stimata di pazienti ancora vivi a 24 mesi è stata del 96,6% nel braccio sperimentale vs 93,5% nel braccio con placebo (HR 0,54; IC: 0,30-0,96), nonostante il follow-up fosse ancora immaturo per il numero di eventi limitato. Il trattamento con pembrolizumab è stato completato da circa 2/3 dei pazienti ed abbastanza ben tollerato con un’incidenza di tossicità G3-4 del 32% nel braccio sperimentale rispetto al 17% nel braccio con placebo.
In attesa di un follow-up più maturo, questo studio dimostra come il trattamento con pembrolizumab sia associato ad un significativo miglioramento della DFS rispetto a placebo dopo intervento chirurgico nei pazienti con carcinoma renale, ponendo così le basi per un futuro cambiamento nella pratica clinica nel trattamento adiuvante.


Toni K Choueiri, Piotr Tomczak, Se Hoon Park, Balaji Venugopal, Thomas Ferguson, Yen-Hwa Chang, Jaroslav Hajek, Stefan N Symeonides, Jae Lyun Lee, Naveed Sarwar, Antoine Thiery-Vuillemin, Marine Gross-Goupil, Mauricio Mahave, Naomi B Haas, Piotr Sawrycki, Howard Gurney, Christine Chevreau, Bohuslav Melichar, Evgeniy Kopyltsov, Ajjai Alva, John M Burke, Gurjyot Doshi, Delphine Topart, Stephane Oudard, Hans Hammers, Hiroshi Kitamura, Jens Bedke, Rodolfo F Perini, Pingye Zhang, Kentaro Imai, Jaqueline Willemann-Rogerio, David I Quinn, Thomas Powles, KEYNOTE-564 Investigators

The New England Journal of Medicine, 2021 Aug. 19

Link all’abstract

 

 

 

 

 

 

 

 

Copyright © 2021 Massachusetts Medical Society