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Antibiotico-resistenza nell’agenda dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite

“L’antibiotico-resistenza è un’emergenza sanitaria globale che deve essere fermata ora”

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A lanciare l’appello sono i tre Direttori Generali rispettivamente della FAO, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale con un articolo a tripla firma pubblicato nei giorni scorsi sull’Huffington Post. Il tema della resistenza agli antibiotici sarà per la prima volta nell’agenda dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in svolgimento in questi giorni a New York, e verrà trattato come una vera e propria emergenza di salute globale, così come è stato per il diffondersi dei virus Ebola e HIV e delle malattie trasmissibili. Nel caso dell’antibiotico-resistenza, però – evidenziano i tre direttori – non si tratta di una crisi sanitaria dovuta all’emergere di nuove malattie o al riemergere di quelle ritenute ormai sconfitte. Siamo nel bel mezzo di un diverso tipo di emergenza per la salute pubblica, altrettanto drammatica, ma non così visibile – ammoniscono. Fatta eccezione per il titoli sensazionalistici in cui si richiama il termine “superbatteri”, la resistenza antimicrobica non causa molto allarme sociale.

Eppure rischia di essere più letale del cancro, di uccidere ben 10 milioni di persone all’anno e, secondo le recenti stime del Regno Unito, di costare all’economia mondiale fino a 100 trilioni di dollari annualmente. Se lasciata incontrollata, l’AMR (antimicrobial resistance) potrebbe rendere sempre più rischiose le chemioterapie e addirittura le terapie odontoiatriche e le procedure chirurgiche più comuni, se le eventuali complicanze infettive divenissero difficili o impossibili da trattare. Sono in gioco i passi avanti guadagnati nel 20° secolo in termini di aspettative di salute e di vita.

L’antibiotico-resistenza costituisce una minaccia anche per la produzione alimentare sostenibile. Attualmente gli antimicrobici vengono impiegati per prevenire malattie negli animali e garantire standard di alta qualità dei prodotti alimentari provenienti dagli allevamenti. Ma spesso sono utilizzati anche per favorire più rapidamente la crescita animale o la loro produttività. E’ fondamentale quindi rivedere le attuali pratiche, migliorando e ampliando quelle relative all’igiene e alla vaccinazione, al fine di garantire pratiche sostenibili che non contribuiscano inutilmente allo sviluppo dell’AMR.

Parliamo infatti di un fenomeno naturale che si verifica principalmente attraverso cambiamenti genetici. L’abuso di farmaci antibiotici ha notevolmente accelerato questo processo rendendo gli agenti patogeni, siano essi batteri, parassiti, funghi o virus, resistenti alle cure mirate ad annientarli.

In molti paesi, gli antibiotici possono essere acquistati senza prescrizione medica e quindi utilizzati in modo inappropriato per curare malattie di origine virale, come raffreddore e influenza, o per trattare animali domestici che non hanno infezioni. Allo stesso tempo, è doloroso constatare che soprattutto nei Paesi in via di sviluppo troppe persone non hanno accesso a questi farmaci salvavita, quando davvero ne hanno bisogno.

Eppure l’AMR non conosce confini tant’è che residui di antibiotici, nonché gli stessi organismi resistenti, restano nell’acqua, nella terra e nell’aria e si diffondono globalmente in poco tempo.

Tutto ciò, mentre da almeno 30 anni non si sviluppano nuovi antibiotici, poiché molte aziende farmaceutiche non li considerano abbastanza redditizi da giustificare gli investimenti necessari al loro sviluppo e sono scarsi gli incentivi in tal senso.

Dobbiamo invertire queste tendenze – concludono Jose Graziano da Silva, Margaret Chan e Monique Eloit. Gli Stati membri delle nostre organizzazioni hanno approvato un piano d’azione globale sull’antibiotico-resistenza, un progetto che i paesi possono utilizzare per sviluppare piani d’azione nazionali su misura. Ci siamo impegnati a lavorare insieme per rallentare l’avanzare del fenomeno, per garantire che gli antibiotici siano ancora efficaci e per stimolare l’innovazione nello sviluppo di nuovi farmaci, di test diagnostici rapidi e sostenibili, e di vaccini.

Nella prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite i capi di Stato saranno chiamati a prendere impegni seri per combattere l’AMR e per dare mandato d’azione in molti settori governativi. I responsabili politici, gli operatori sanitari e i pazienti, gli agricoltori, i veterinari e i produttori alimentari dovranno lavorare a stretto contatto per un impiego degli antibiotici più responsabile.

Non lasciamo che questa riunione di settembre resti un momento di promesse non accompagnata da altrettante azioni decisive. Il vero cambiamento richiede politiche pubbliche efficaci, interventi legislativi, collaborazione multisettoriale, e non da ultimo lo sviluppo di nuovi medicinali.