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Cancer risk following lymphoid malignancies among HIV-infected people

I pazienti HIV positivi sono gravati da un aumentato rischio di sviluppare tumori a causa di un particolare stato immunitario, di co-infezioni con virus oncogeni (HPV, HCV, HBV, HHV8, ecc.) e di una frequente esposizione a fattori di rischio correlati alle abitudini di vita (fumo, alcool, ecc.). Il rischio è aumentato per tumori AIDS-definenti (sarcoma di Kaposi, alcuni sottotipi di NHL, neoplasie della cervice) e non-definenti. Le malattie linfoproliferative sono tra le neoplasie più frequenti in questa popolazione. La combinazione di chemioterapia e terapia antivirale combinata (cART) nel trattamento di questa patologia ha inciso profondamente sull’outcome, migliorando nettamente la sopravvivenza. Dal conseguente invecchiamento di questa popolazione deriva una maggiore frequenza di tumori e come nella popolazione generale anche nei pazienti HIV positivi l’incidenza di secondi tumori è incrementata dopo l’insorgenza di una malattia linfoproliferativa; lo spettro di secondi tumori risulta tuttavia totalmente diverso e non comparabile con i tumori che insorgono nella popolazione generale.
Gli autori esplorano la questione utilizzando i dati del HIV/AIDS Cancer Match (HSCM) study: un registro che analizza dal 1996 al 2015 l’incidenza di tumori su più di 500.000 pazienti HIV positivi negli USA.
Sono stati inclusi 531.460 pazienti HIV positivi in prevalenza di età < 50 anni, maschi, MSM (man having sex with man), neri non-ispanici. Sono state diagnosticate 6.513 malattie linfoproliferative; la maggior prevalenza di linfomi AIDS-definenti (DLBCL: n = 2.461) sottolinea il ruolo dell’alterazione del sistema immunitario nella patogenesi tumorale. I pazienti con diagnosi di malattia linfoproliferativa (sia AIDS-definente che non) hanno un rischio superiore di secondi tumori (aHR 2,7; IC 95%: 2,3-3,2) rispetto ai pazienti che non ne hanno avute; in particolare sviluppano tumori del cavo orale, colon-retto, ano, fegato, polmone, vagina/vulva, SNC, sarcoma di Kaposi, neoplasie della serie mieloide. La forza di tale associazione risulta attenuata se corretta per presenza di diagnosi di AIDS e per tempo dalla diagnosi di HIV (aHR 1,7; IC 95%: 1,5-2,0). Il rischio di secondi tumori risulta ugualmente incrementato dopo malattie linfoproliferative AIDS-definenti (DLBC, Burkitt, primitivi del SNC, PEL, a cellule B NOS) che non-AIDS-definenti (aHR 1,7; IC 95%: 1,5-2,0 vs aHR 2,0; IC 95%: 1,6-2,5). Tali risultati suggeriscono ancora una volta il ruolo cruciale della compromissione dello stato immunitario nella cancerogenesi.
Il rischio globale di secondi tumori non sembra essere particolarmente influenzato dal tempo trascorso dalla diagnosi di malattia linfoproliferativa (maggiore o minore di 6 mesi) e dalla conta dei linfociti T CD4+ (≤ o > 200 cell/µl) alla diagnosi (ad eccezione del sarcoma di Kaposi): ciò implica la presenza di fattori di rischio differenti dell’immunodepressione, come l’influenza del trattamento antiblastico. Effettivamente lo studio riporta una prevalenza di secondi tumori virus-relati, indicando che la chemioterapia potrebbe stimolare la riattivazione virale e promuovere la carcinogenesi: HPV nelle neoplasie ano-genitali, virus epatotropi nel carcinoma epatocellulare, EBV in alcuni linfomi, HHV-8 nel sarcoma di Kaposi.
Vengono segnalate limitazioni correlate all’uso di un registro cosi grande, quali la completa mancanza di dati relativi alla carica virale dell’HIV, tipologia di cART, fattori di rischio per l’insorgenza di tumori (fumo, co-infezione con altri virus), grado, stadio e trattamento delle malattie linfoproliferative.
Il maggior rischio di secondi tumori dopo malattie linfoproliferative impone ai clinici una maggiore attenzione nella sorveglianza dei pazienti oncologici HIV positivi; risulta quindi fondamentale il ripristino della funzione immunitaria tramite cART, l’uso di misure di prevenzione primaria quali la vaccinazione per HBV, HPV e la disassuefazione dal fumo, l’attuazione di prevenzione secondaria quali lo screening per i tumori della cervice, del canale anale e del fegato.


Parag Mahale, Chinenye Ugoji, Eric A Engels, Meredith S Shiels, Sally Peprah, Lindsay M Morton

AIDS (London, England), 2020 Jul.

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