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Cardiovascular toxicities associated with immune checkpoint inhibitors: an observational, retrospective, pharmacovigilance study

È ben noto che gli studi registrativi, indispensabili per quantificare il beneficio di un trattamento rispetto al precedente standard, hanno dei limiti per quanto riguarda l’accurata descrizione delle tossicità. Se gli eventi avversi comuni sono accuratamente “catturati” dalla descrizione della tossicità in uno studio di fase III, altrettanto non è sempre vero per quanto riguarda le tossicità più rare. È quindi importante la registrazione e l’analisi degli eventi avversi potenzialmente associati ai farmaci anche dopo la loro immissione in commercio.
I nuovi immune checkpoint inhibitors (ICIs), ad esempio, hanno un profilo di tollerabilità ormai ben noto: alcune tossicità sono relativamente comuni e ben descritte negli studi registrativi, mentre altre, ad esempio la tossicità cardio-vascolare, si verificano più raramente.
Lo studio pubblicato da Lancet Oncology ha lo scopo di caratterizzare meglio l’incidenza di tossicità cardio-vascolare nei pazienti sottoposti a trattamento con ICIs. Gli autori hanno basato l’analisi sui dati del registro globale VigiBase. Tale analisi ha consentito di identificare oltre 31.000 eventi segnalati nei pazienti sottoposti a trattamento con ICIs, e confrontarli con oltre 16 milioni di tali eventi segnalati nei pazienti sottoposti a trattamento con qualsiasi altro farmaco nell’intero database. Il confronto indiretto documenta un rischio significativamente maggiore, nei pazienti trattati con ICIs, di miocardite, di eventi avversi pericardici, di vasculite (quest’ultima categoria comprendente anche l’arterite temporale e la polimialgia reumatica). In particolare, gli eventi avversi pericardici sono stati riportati con maggiore frequenza nei pazienti affetti da tumore del polmone, mentre la miocardite e la vasculite sono state riportate con maggiore frequenza nei pazienti affetti da melanoma. Gli eventi avversi cardio-vascolari si caratterizzano per una elevata percentuale di casi severi e per un’elevata letalità, che ha portato a morte il 50% dei casi di miocardite, il 21% dei casi di eventi pericardici e il 6% dei casi di vasculite.
I dati di questa pubblicazione, naturalmente, non devono essere letti in tono allarmistico, in quanto non modificano il giudizio complessivamente favorevole sul rapporto tra benefici e rischi per le indicazioni oggi approvate per l’impiego dei nuovi farmaci immunoterapici. Peraltro, come giustamente sottolineato dagli autori, tale dato va tenuto presente sia nel disegno di nuovi studi di combinazione con farmaci potenzialmente cardio-tossici, sia nella gestione dei pazienti trattati nella pratica clinica.


Salem JE, Manouchehri A, Moey M, Lebrun-Vignes B, Bastarache L, Pariente A, Gobert A, Spano JP, Balko JM, Bonaca MP, Roden DM, Johnson DB, Moslehi JJ.

Lancet Oncol. 2018 Dec;19(12):1579-1589. doi: 10.1016/S1470-2045(18)30608-9. Epub 2018 Nov 12

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