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Complementary Medicine, Refusal of Conventional Cancer Therapy, and Survival Among Patients With Curable Cancers

Lo studio di Johnson e colleghi, pubblicato da JAMA Oncology, è basato su un’analisi retrospettiva di dati statunitensi, quindi molto lontani dalla realtà italiana in tema di medicina complementare.
L’analisi riguarda pazienti candidati a trattamento potenzialmente guaritivo e, pur con i limiti dell’analisi, i risultati dello studio evidenziano che i pazienti oncologici che si affidano alle terapie complementari sono più a rischio di rifiutare i trattamenti convenzionali di provata efficacia. La percentuale di rifiuto è nettamente maggiore, rispetto ai pazienti che non ricevono terapie complementari, non solo per trattamenti potenzialmente gravati da rilevanti effetti collaterali, come la chirurgia e la chemioterapia, ma anche per trattamenti generalmente caratterizzati da un rapporto nettamente favorevole tra efficacia e tossicità, come la terapia ormonale. È importante sottolineare che l’analisi di sopravvivenza evidenzia che il ricorso alle terapie complementari si associa ad una ridotta sopravvivenza rispetto a chi si affida alle sole terapie convenzionali, e l’analisi multivariata suggerisce che sia proprio il rifiuto del trattamento convenzionale a pregiudicare la prognosi. Va ribadito che l’analisi “mette insieme”, in maniera metodologicamente discutibile, sotto la comune definizione di “terapie complementari”, una serie di terapie molto diverse tra loro: trattamenti a base di erbe ed estratti vegetali, vitamine e minerali, probiotici, medicina ayurvedica, medicina tradizionale cinese, omeopatia e naturopatia, tecniche di respirazione, yoga, Tai Chi, Qi gong, agopuntura, manipolazione chiropratica o osteopatica, meditazione, massaggi, preghiere, diete speciali, tecniche di rilassamento. Per quanto molte delle suddette terapie abbiano un’evidenza molto debole, alcuni di questi trattamenti hanno dimostrato benefici anche nel contesto di studi randomizzati.
Probabilmente, il messaggio più importante del lavoro non è tanto legato all’efficacia delle terapie complementari, quanto al rischio di rifiuto del trattamento convenzionale, che può mettere a rischio la sopravvivenza dei pazienti. La pubblicazione non va quindi letta come una condanna acritica delle terapie complementari, ma deve essere un monito a non rifiutare le terapie antitumorali di provata efficacia.


Johnson SB, Park HS, Gross CP, Yu JB

Jama Oncology, 2018, July 19

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