Articoli Scientifici

Effects of Intermittent Fasting on Health, Aging, and Disease

Negli ultimi tempi si sta assistendo ad un interesse sempre maggiore del ruolo della nutrizione ed in particolare della restrizione calorica nello sviluppo e nella progressione dei tumori maligni. Studi preclinici su larga scala forniscono forti evidenze che dimostrano che il digiuno intermittente sia in grado di minimizzare i processi anabolici di sintesi proteica, di crescita e riproduzione cellulare con l’effetto conseguente di favorire i meccanismi di riparo, di incrementare la resistenza allo stress ossidativo e di favorire la sopravvivenza cellulare grazie allo shifting metabolico verso la chetogenesi e alla riduzione dei processi infiammatori. Partendo da questi dati, arrivare ad affermare che il digiuno intermittente possa supportare l’ipotesi di un impatto favorevole sullo stato di salute e sulla resistenza alle malattie nell’uomo, è stato un passaggio pressoché diretto e molti studi sono stati condotti sull’animale e sull’uomo sull’uso di questa pratica con l’obiettivo di migliorare lo stato di salute, di prevenire alcune patologie e di rallentare i processi di invecchiamento.
Nonostante gli studi preclinici abbiano dimostrato un robusto effetto del digiuno intermittente sull’andamento di un ampio range di disordini metabolici cronici che includono obesità, diabete, malattie cardiovascolari, tumori e malattie cerebrali neurodegenerative, le evidenze di tali effetti sull’uomo sono ancora oggetto di discussione. In particolare, negli studi sull’uomo i tre regimi di digiuno intermittente più studiati sono il digiuno a giorni alterni, il digiuno di due giorni su sette e l’alimentazione con restrizione calorica quotidiana; in questi studi i benefici osservati riguardavano il controllo della glicemia, della pressione arteriosa, della frequenza cardiaca e la riduzione del grasso addominale.
Recentemente, studi di restrizione calorica e digiuno intermittente sono stati focalizzati sull’invecchiamento e sull’aspettativa di vita. Tuttavia, in due studi recenti condotti su primati, i risultati della restrizione calorica sono stati concordi rispetto al miglioramento della salute globale dei casi trattati, ma discordanti sull’impatto sulla sopravvivenza. Mentre studi clinici hanno evidenziato un miglioramento delle capacità cognitive in termini di memoria verbale, funzioni esecutive, capacità globale cognitiva, oltre che un miglioramento delle principali funzioni cardiovascolari e relativi marcatori, per quanto riguarda i pazienti affetti da tumore, studi clinici sono ancora in corso sull’effetto sugli indicatori di progressione neoplastica e sul controllo degli effetti collaterali da chemioterapia, ma nessuno studio è stato ancora pubblicato sull’efficacia del digiuno intermittente sulla storia naturale delle neoplasie.
La difficoltà nel condurre studi clinici controllati sull’uomo sull’efficacia della restrizione calorica o digiuno intermittente sta soprattutto nella scelta dei migliori regimi e nella compliance agli stessi da parte dei pazienti. Infine, l’ipotesi di utilizzare farmaci capaci di mimare gli effetti biologici del digiuno sull’uomo (metformina, nicotinamide riboside o inibitori di mTOR) rimane da essere validata e comunque è ragionevole pensare che gli eventuali effetti metabolici possano non essere del tutto sovrapponibili a quelli degli interventi alimentari.


Rafael de Cabo, Mark P Mattson

The New England Journal of Medicine, 2019 Dec 26

 

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