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Final Overall Survival and Molecular Analysis in IMmotion151, a Phase 3 Trial Comparing Atezolizumab Plus Bevacizumab vs Sunitinib in Patients With Previously Untreated Metastatic Renal Cell Carcinoma

IMmotion151 è uno studio clinico multicentrico, in aperto, randomizzato di fase 3 che ha confrontato l’efficacia e la sicurezza in prima linea di atezolizumab più bevacizumab rispetto a sunitinib in pazienti con mRCC. Le analisi ad interim avevano riportato un miglioramento della sopravvivenza libera da progressione (PFS) per i pazienti PD-L1 + affetti da carcinoma renale metastatico (mRCC) trattati con atezolizumab più bevacizumab rispetto al sunitinib. Tuttavia, i risultati della sopravvivenza globale (OS) erano ancora immaturi.
Recentemente sono stati riportati i risultati finali dell’OS. IMmotion151 aveva incluso pazienti provenienti da 152 centri medici accademici e studi oncologici di comunità in 21 paesi. Si trattava di pazienti adulti con mRCC con componenti di caratteristiche istologiche a cellule chiare o sarcomatoidi, malattia misurabile (secondo RECIST, versione 1.1), performance status e tessuto tumorale disponibile per il test PD-L1. I pazienti erano trattati con 1200 mg di atezolizumab per via endovenosa (EV) ogni 3 settimane e 15 mg/kg di bevacizumab per via endovenosa ogni 3 settimane oppure 50 mg di sunitinib (schedula 4/2).
Gli endpoint coprimari erano la PFS (riportata in precedenza) nei pazienti con malattia PD-L1+ e OS nella popolazione intention-to-treat. Ulteriori risultati esplorativi includevano OS nella popolazione PD-L1+, associazione con sottogruppi trascrittomici e sicurezza.
Lo studio IMmotion151 ha valutato 915 pazienti con mRCC. L’età media (IQR) era di 62 (56-69) anni per i pazienti che ricevevano atezolizumab più bevacizumab e 60 (54-66) anni per i pazienti che ricevevano sunitinib; 669 (73,1%) erano maschi e 246 (26,9%) femmine. L’analisi finale ha mostrato una OS mediana simile nei pazienti trattati con atezolizumab più bevacizumab rispetto a sunitinib nelle popolazioni ITT (36,1 vs 35,3 mesi) e PD-L1 +(38,7 vs 31,6 mesi). L’ulteriore risultato esplorativo di atezolizumab più bevacizumab rispetto a sunitinib ha mostrato un trend di miglioramento della OS mediana nei pazienti i cui tumori erano caratterizzati da profili trascrittomici T-effector/proliferative, proliferative o small nucleolar RNA (35,4 vs 21,2 mesi; hazard ratio, 0,70; IC 95%, 0,50-0,98).
Nonostante l’endpoint primario della PFS sia stato raggiunto durante le analisi intermedie, tuttavia all’analisi finale non si è osservato alcun miglioramento della OS fra i due bracci di trattamento. Le sottoanalisi dei biomarcatori hanno fornito informazioni su quali pazienti con mRCC possano trarre beneficio dalla terapia combinata anti-PD-L1 e anti-VEGF.


Robert J Motzer, Thomas Powles, Michael B Atkins, Bernard Escudier, David F McDermott, Boris Y Alekseev, Jae-Lyun Lee, Cristina Suarez, Daniil Stroyakovskiy, Ugo De Giorgi, Frede Donskov, Begoña Mellado, Romain Banchereau, Habib Hamidi, Omara Khan, Veronica Craine, Mahrukh Huseni, Nick Flinn, Sarita Dubey, Brian I Rini

JAMA Oncology, 22 Febb. 1

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