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First-Line Atezolizumab plus Chemotherapy in Extensive-Stage Small-Cell Lung Cancer

I risultati di questo studio sono stati presentati al congresso mondiale di oncologia toracica tenutosi a Toronto pochi giorni fa e poi pubblicati sul NEJM. Lo studio di fase III IMpower133 ha dimostrato un aumento significativo in termini di overall survival (OS) e progression free survival (PFS) con l’aggiunta di atezolizumab alla combinazione platino/etoposide nel trattamento di prima linea del tumore polmonare a piccole cellule (malattia estesa).
In più di 100 centri (21 Paesi), un totale di 403 pazienti sono stati randomizzati da giugno 2016 a maggio 2017 a ricevere atezolizumab 1.200 mg (n = 201) o placebo (n = 202) al giorno 1 più carboplatino (AUC = 5 giorno 1) ed etoposide (100 mg/m2 giorni 1-3), ogni 3 settimane per un totale di 4 cicli, proseguendo poi con atezolizumab o placebo fino a progressione secondo criteri RECIST o fino a tossicità non tollerabile.
L’obiettivo primario dello studio era PFS (secondo valutazione dell’investigatore) e OS.
Il follow-up mediano è pari a 13,9 mesi: OS registrato nel braccio con atezolizumab pari a 12,3 mesi verso 10,3 mesi nel braccio con placebo (hazard ratio [HR] = 0,70; p = 0,007). Overall survival a 1 anno: 51,7% vs 38,2%. HR per overall survival risulta favorire il braccio con atezolizumab pressochè in tutti i sottogruppi considerati. PFS mediana: 5,2 mesi vs 4,3 (HR = 0,77; p = 0,02).
Eventi avversi di grado 3 o 4 sono stati riportati nel 56,6% dei casi trattati con atezolizumab vs 56,1% del braccio con placebo, essendo l’evento più comune in entrambe la neutropenia, l’anemia e la riduzione della conta neutrofilica. Eventi immuno-relati (potenziali) vengono descritti nel 39,9% vs 24,5% dei pazienti, essendo il rash e l’ipotiroidismo quelli più frequenti nel braccio con atezolizumab.
Indubbiamente si tratta di uno studio positivo che ha raggiunto il suo obiettivo primario da un punto di vista statistico e che risulta essere il primo successo nel trattamento di prima linea per il carcinoma polmonare a piccole cellule, malattia estesa, con un farmaco immunoterapico e dopo più di 20 anni di immutata terapia in questo setting di pazienti. È però altrettanto chiaro come il vantaggio in termini di OS pari a 2 mesi non soddisfi appieno e come servano sicuramente ulteriori indagini per meglio identificare quei pazienti che, anche in questa patologia, maggiormente (e realmente) traggano beneficio dall’aggiunta di un immunocheckpoint inibitore alla chemioterapia.


Horn L, Mansfield AS, Szczęsna A, Havel L, Krzakowski M, Hochmair MJ, Huemer F, Losonczy G, Johnson ML, Nishio M, Reck M, Mok T, Lam S, Shames DS, Liu J, Ding B, Lopez-Chavez A, Kabbinavar F, Lin W, Sandler A, Liu SV; IMpower133 Study Group.

The New England Journal of Medicine, 2018 Sept 25

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