Notiziario AIOM

Horizon 2020. Il programma di ricerca sollecita proposte in tema di medicina personalizzata

Dalla Ue arrivano 21 inviti per l’innovazione medica

Da Il Sole24 ORE dell’11-12-2015

Nell’ambito della sezione «sfide della società» del programma Horizon 2020, la sottosezione «Salute, cambiamento demografico e benessere» (il cui acronimo è SCi) punta a finanziare progetti per migliorare la salute e il benessere lungo tutto l’arco della vita.

Lo scorso 14 ottobre nell’ambito del Programma di lavoro 2016-2017 (approvato con la decisione C (2015) 6776 del 13 ottobre 2015) sono stati lanciati 21 inviti a presentare progetti per la tematica «medicina personalizzata», undici dei quali aperti alla presentazione dei progetti e con un budget disponibile pari a 323,5 milioni di euro. Gli altri dieci inviti saranno aperti alle candidature nel corso della prossima estate.

Le «calls»
Di questi undici inviti, otto riguardano azioni di ricerca e innovazione (Ria) – finanziate al 100% dei costi del progetto – costituite principalmente da attività per la fattibilità di nuove o migliori tecnologie, prodotti, processi, servizi o soluzioni nel settore della medicina.

I progetti – che potranno essere presentati consorzi di partner di diversi Paesi, l’industria e il mondo accademico entro il 13 aprile 2016 – potranno includere ricerca di base o applicata, lo sviluppo e l’integrazione tecnologica, test e validazione su di un prototipo in piccola scala in un laboratorio o in ambiente simulato. Un invito riguarda un cofinanziamento Era-Net (co-found, ossia è un invito a presentare proposte tra programmi nazionali di ricerca) e due inviti riguardano rispettivamente appalti pubblici pre-commerciali (Pcp) e appalti pubblici di soluzioni innovative (cofinanziamento Ppi): la scadenza è per il 16 febbraio 2016.

Di particolare rilievo l’invito riguardante le «multi-omiche» per terapie personalizzate riguardanti le malattie del sistema immunitario (SCi-PM-01-2016), il cui impatto previsto dovrebbe essere quello di tradurre grandi dati e i risultati della ricerca di base in applicazioni cliniche, identificare e selezionare nuovi biomarcatori per la validazione clinica in popolazioni di pazienti e sviluppare nuove terapie mirate per le malattie del sistema immunitario con alta prevalenza. Così come l’invito «BigData per sostenere le politiche di sanità pubblica» (SCi-PM-18-2016), che punta a finanziare progetti in grado di ottimizzare lo sfruttamento dell’enorme quantità di dati a disposizione delle autorità sanitarie pubbliche al fine di migliorare l’elaborazione delle politiche a lungo termine. 

Programma lavoro 2016-17
II programma di lavoro 2016- 2017 parte dalla premessa che la ricerca dedicata ad approfondire le questioni della salute lungo tutto l’arco della vita, dell’invecchiamento attivo e del benessere per tutti sarà fondamentale per adeguare con esito positivo la società al cambiamento demografico. Il numero di europei ultrasessantacinquenni dovrebbe quasi raddoppiare, dagli 85 milioni del 2008 a 151 milioni entro il 2060 e il numero degli ultraottantenni dovrebbe passare da 22 a 61 milioni nello stesso periodo. Ridurre o contenere tali costi affinchè non diventino insostenibili dipende in parte dal migliorare la salute e il benessere lungo tutto l’arco della vita, e quindi da una prevenzione, una gestione e un trattamento efficaci delle malattie e della disabilità.

Finanziamenti 2016-17
Le attività specifiche che saranno finanziate sono numerose e vanno dalla comprensione dei determinanti sanitari al miglioramento della sorveglianza delle malattie infettive; dallo sviluppo di nuovi e migliori vaccini e farmaci preventivi o terapeutici al ricorso alla medicina in silico – termine usato dagli scienziati per descrivere la modellizzazione, la simulazione e la visualizzazione di processi biologici e medici nei computer, frutto dei progressi dell’informatica medica negli ultimi 20 anni – per migliorare la gestione e la previsione delle malattie. I finanziamenti riguarderanno anche lo sviluppo della medicina rigenerativa e di cure adeguate nel trattamento delle malattie, compresa la medicina palliativa; il miglioramento dell’informazione in materia di salute e una raccolta e un uso migliori dei dati sanitari amministrativi e di «coorte» (studi che confrontano le frequenze di mortalità e/o di incidenza di specifiche malattie in differenti popolazioni), tecniche e analisi standardizzate dei dati (i “Big data” per sostenere le politiche di sanità pubblica), l’uso della robotica per un invecchiamento attivo, la promozione di forme integrate di assistenza, compresi gli aspetti psicosociali.