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Individual Patient Data Meta-Analysis of the Value of Microsatellite Instability As a Biomarker in Gastric Cancer

In una metanalisi basata sui dati dei singoli pazienti (IPD), Pietrantonio e colleghi hanno evidenziato come un’elevata instabilità microsatellitare (MSI-high) rappresenti un importante fattore prognostico nei pazienti con tumore gastrico potenzialmente resecabile.
Lo studio ha incluso 1.556 pazienti affetti da tumore gastrico resecabile, per i quali fossero disponibili dati relativi all’instabilità microsatellitare, arruolati nei quattro studi CLASSICMAGICARTIST, e ITACA-S. È stata inoltre effettuata un’analisi multivariata sugli studi MAGIC CLASSIC per valutare l’interazione tra il tipo di trattamento (chemioterapia + chirurgia vs sola chirurgia) e lo status di instabilità microsatellitare.
In termini di sopravvivenza libera da malattia (DFS) a 5 anni è stato osservato un vantaggio statisticamente significativo per i pazienti MSI-high vs pazienti con instabilità microsatellitare assente o bassa (MSS/MSI-low) (71,8% vs 52,3%; p<0,001). Tale vantaggio è stato confermato anche dal punto di vista della sopravvivenza globale (OS) a 5 anni (77,5% vs 59,3%; p<0,001).
Nell’analisi multivariata, lo status MSI-high è risultato associato in maniera indipendente a DFS e OS con HR per MSS/MSI-low vs MSI-high di 1,88 per DFS (p<0,001) e 1,78 per OS (p=0,008). Gli altri fattori con associazione significativa con gli outcome di sopravvivenza sono risultati essere etnia (vantaggio a favore della popolazione asiatica), T, N, gruppo di trattamento (vantaggio a favore della chemioterapia) e sesso (peggior sopravvivenza globale per i maschi). L’effetto prognostico favorevole dello status MSI-high è risultato apparentemente maggiore nell’etnia asiatica.
È interessante notare come, benché nell’analisi del ruolo predittivo di MSI-high su tutta la popolazione l’interazione del trattamento per status MSI non sia risultata statisticamente significativa, solo i pazienti MSS/MSI-low abbiano mostrato un beneficio significativo dall’aggiunta della chemioterapia alla sola chirurgia con una DFS a 5 anni pari al 57% vs 41% (HR 0,65; IC 95%: 0,53-0,79) e OS a 5 anni del 62% vs 53% (HR 0,75; IC 95%: 0,60-0,94). Nei pazienti MSI-high non è stato infatti osservato alcun vantaggio dall’aggiunta della chemioterapia alla sola chirurgia con DFS a 5 anni del 70% vs 77% (HR 1,27; IC 95%: 0,53–3,04) e OS a 5 anni del 75% vs 83% (HR 1,50; IC 95%: 0,55–4,12).
Punti deboli di questo studio sono rappresentati dall’eterogeneità dei pazienti inclusi (differente etnia, differenti modalità di trattamento chirurgico, differenti trattamenti peri-operatori o solo post-operatori), dalla relativa limitata numerosità dei pazienti MSI-high (121 pazienti sui 1.556 inclusi) oltre al non aver incluso i dati relativi alla terapia perioperatoria con schema FLOT (studio FLOT4-AIO).
Con i sopra citati limiti, questa metanalisi conferma il ruolo prognostico positivo dello status MSI-high nei pazienti affetti da neoplasia gastrica resecata e suggerisce una possibile assenza di beneficio del trattamento chemioterapico perioperatorio o adiuvante per questi pazienti.
Sulla base dei risultati osservati nella metanalisi, gli autori consigliano quindi una valutazione pretrattamento dell’instabilità microsatellitare e una attenta discussione multidisciplinare della strategia terapeutica per i pazienti MSI-high resecabili per i quali potrebbe essere valutata l’omissione della chemioterapia.


Pietrantonio F, Miceli R, Raimondi A, Kim YW, Kang WK, Langley RE, Choi YY, Kim KM, Nankivell MG, Morano F, Wotherspoon A, Valeri N, Kook MC, An JY, Grabsch HI, Fucà G, Noh SH, Sohn TS, Kim S, Di Bartolomeo M, Cunningham D, Lee J, Cheong JH, Smyth EC.

Journal of Clinical Oncology, 2019 Dec 10

 

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