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L’attrazione fatale delle donne per la sigaretta: quasi 1 milione di fumatrici in più rispetto allo scorso anno

Sono sempre di più gli uomini che smettono ma le donne continuano a farsi sedurre in massa dal fumo

Da Healthdesk.it del 31-5-2017

«Oggi nel nostro Paese fumano quasi 6 milioni di donne, circa un milione in più rispetto allo scorso anno». È questo il dato shock con cui il presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi ha introdotto i dati dell’OSSFAD del Centro Nazionale Dipendenza e Doping dell’Istituto superiore di sanità in occasione della Giornata mondiale senza tabacco celebrata il 31 maggio.

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Ed eccoli i dati. Sono 11,7 milioni i fumatori in Italia, pari al 22,3% della popolazione (22,0% nel 2016).

Diminuiscono gli uomini tabagisti: 6 milioni rispetto ai 6,9 milioni del 2016 ma aumentano le donne che da 4,6 milioni del 2016 salgono a 5,7 milioni.

Si tratta della differenza minima mai riscontrata tra percentuale di fumatori (23,9%) e percentuale di fumatrici (20,8%).

Gli ex fumatori sono invece il 12,6% e i non fumatori il 65,1%. Si fuma di più tra i 25 e i 44 anni (il 28%) invece nella fascia d’età più giovane, tra i 15 e i 24 anni, fuma il 16,2%. Si fumano in media 13,6 sigarette al giorno con un picco di 14,1 sigarette nella fascia di età 45-64 anni.

Dal punto di vista geografico, la maglia nera spetta al Centro dove i fumatori di sesso maschile sono il 26%, al Sud e nelle Isole sono il 25,2% e al Nord il 22,0%. Sono invece le regioni settentrionali ad avere la maggiore percentuale di fumatrici (24,6%) rispetto a quella dei fumatori (22%). Si fumano principalmente sigarette confezionate (94,3%) sebbene continui costantemente a crescere il consumo prevalente di sigarette fatte a mano(9,6%), significativamente più diffuso tra i giovani e preferito dagli uomini (16,6%) rispetto alle donne (12,8). L’età in cui si accende la prima bionda è di 17,6 anni per i ragazzi e 18,8 per le ragazze. Il 12,2% dei fumatori ha iniziato a fumare prima dei 15 anni.

Svapare non basta
Nelle rilevazioni dell’OSSFAD ha acquisito ormai presenza costante anche la sigaretta elettronica. In totale gli utilizzatori (abituali e occasionali) sono circa 1,3 milioni, in lieve calo rispetto allo scorso anno. La maggior parte (83,4%) è rappresentata da fumatori, quindi da consumatori duali che fumano le sigarette tradizionali e contemporaneamente l’e-cig, in particolare quelle contenenti nicotina. Chi ha usato la sigaretta elettronica dichiara di aver diminuito il consumo di sigarette tradizionali leggermente (il 13,8%) o drasticamente (l’11,9%), mentre il 34,9% non ha cambiato abitudine, il 10,4 ha iniziato a fumare e l’11,7% ha ripreso il consumo delle sigarette tradizionali. Soltanto nel 14,4% dei casi l’e-cig ha portato a smettere definitivamente.

Un dato, quest’ultimo che ha indotto il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” Silvio Garattini a dichiarare che «Non abbiamo dati sufficienti per affermare che la sigaretta elettronica può essere un valido ausilio per smettere di fumare».

Basta fumo in auto
Secondo l’indagine dell’ISS quasi il 90% degli italiani e l’86% dei fumatori, è d’accordo con il divieto di fumare in macchina in presenza di minori e donne in gravidanza. Soltanto il 5,3% dei fumatori ha dichiarato di aver fumato in auto con bambini o donne incinte.

Intanto continuano gli effetti di lungo periodo della legge Sirchia che ha di certo modificato il comportamento dei fumatori e dei padroni di casa nei confronti di chi si accende una sigaretta. «La legge del 2003 è stata una delle più importanti leggi di sanità pubblica – dice Roberta Pacifici, direttore dell’OSSFAD – nata per difendere dal fumo passivo, ha avuto il grande merito di educare al rispetto degli spazi comuni come dimostrano i dati relativi al comportamento dei padroni di casa rispetto ad eventuali ospiti fumatori. Nel 2006, infatti, il 43,1% degli intervistati dichiarava di consentire ai propri ospiti di fumare in casa, oggi nel 2017 solo il 12,4% lo consente».

 

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