Notiziario AIOM

Liste d’attesa “trasparenti”. Online solo 7 Regioni su 21

Pochi enti rispettano gli obblighi previsti dalla Legge anticorruzione
Il Rapporto: Agenas e Libera hanno verificato se sui siti di 240 aziende sanitarie vengono pubblicati i tempi per gli esami

Da CORRIERE DELLA SERA del 13-12-2015

Le strutture sanitarie pubbliche e accreditate sono tenute a indicare sul proprio sito, in una sezione dedicata, i tempi per ciascuna prestazione erogata in base alle norme sulla trasparenza (D. Legisl. 33/2013), attuative della Legge anticorruzione (190/2013), perché a finire nella ragnatela dell’illegalità e della corruzione il passo potrebbe essere breve.
Ebbene, a oggi, secondo il primo Rapporto su “Trasparenza, etica e legalità nel settore sanitario”, realizzato da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) e Libera la pubblicazione online dei tempi di attesa avviene in buona parte del Paese, ma si registrano ancora carenze.
“Abbiamo monitorato i siti istituzionali di 240 aziende sanitarie non per verificare se le prestazioni siano eseguite nei tempi giusti (monitoraggio previsto dal Piano Nazionale delle liste di attesa, ndr) ma per accertare se le informazioni sulle liste di attesa siano disponibili nei siti web – chiarisce Leonardo Ferrante, referente per l’anticorruzione di Libera -. Anche se sono stati fatti passi in avanti da un anno all’altro, nella maggior parte dei casi non sono ancora disponibili informazioni chiare che permettano ai cittadini di capire i reali tempi di attesa per una prestazione”.
Dalla rilevazione risulta che soltanto in sette regioni tutte le aziende pubblicano sui propri siti in modo dettagliato anche le informazioni sulle singole prestazioni.
“E’ fondamentale che le liste di attesa siano trasparenti anche per prevenire abusi e inefficienze nella prenotazione e nell’acceso ai servizi – sottolinea Lucia Borsellino, che si occupa di anticorruzione ad Agenas -. La prima forma di illegalità, infatti, è non dare risposte appropriate e tempestive ai bisogni di cura dei cittadini”.