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Nivolumab Plus Ipilimumab vs Nivolumab for Previously Treated Patients With Stage IV Squamous Cell Lung Cancer: The Lung-MAP S1400I Phase 3 Randomized Clinical Trial

La combinazione di nivolumab ed ipilimumab si è dimostrata superiore alla chemioterapia a base di platino in pazienti affetti da tumore del polmone non a piccole cellule (non small cell lung cancer [NSCLC]) in prima linea e nivolumab in monoterapia è risultato invece superiore alla mono-chemioterapia con docetaxel nei pazienti pretrattati. In questo contesto si inserisce lo studio Lung-MAP S1400I.
Questo trial fa parte dello studio platform Lung Cancer Master Protocol (Lung-MAP), inizialmente disegnato per valutare diverse terapie a bersaglio molecolare in pazienti con NSCLC ad istologia squamosa, selezionati per biomarcatore. Successivamente, il protocollo fu implementato per inserire anche sotto-studi per pazienti non eleggibili a terapia a bersaglio molecolare (popolazione non selezionata per biomarcatore). Lo studio S1400I rappresenta il secondo sotto-studio per pazienti non selezionati per biomarcatore ed ha valutato se l’aggiunta di ipilimumab (anti-CTLA-4) a nivolumab (anti-PD-1) aumentasse la sopravvivenza in pazienti con NSCLC ad istologia squamosa naïve per immunoterapia, in progressione dopo chemioterapia a base di platino.
S1400I è uno studio multicentrico, in aperto, randomizzato di fase 3, condotto dal 2015 al 2018, che ha randomizzato con rapporto 1:1 i pazienti a ricevere nivolumab 3 mg/kg ogni 2 settimane da solo o combinato con ipilimumab 1 mg/kg ogni 6 settimane, fino a progressione di malattia o tossicità inaccettabile. L’endpoint primario era la sopravvivenza globale, endpoint secondari includevano la sopravvivenza libera da progressione (PFS) e la risposta secondo i criteri RECIST 1.1.
In totale, di 332 pazienti pianificati ne sono stati arruolati 275; lo studio infatti, è stato chiuso all’arruolamento alla prima analisi ad interim di futilità. Dei 275 pazienti arruolati, 252 (età media 67,5 anni, 67% uomini) sono risultati eleggibili al trattamento. 125 sono stati randomizzati a ricevere nivolumab/ipilimumab e 127 nivolumab da solo.
La sopravvivenza globale non è risultata significativamente diversa nei due gruppi (HR 0,87; IC 95%: 0,66 – 1,16; p = 0,34) con una mediana di 10 mesi nel gruppo nivolumab/ipilimumab e 11 mesi nel gruppo nivolumab. La PFS mediana è stata di 3,8 mesi con il trattamento di combinazione e di 2,9 mesi con nivolumab da solo. Il tasso di risposta è stato del 18% e del 17% nei due bracci, rispettivamente. Eventi avversi correlati al trattamento, di grado 3 o superiore, sono stati registrati nel 39,5% dei pazienti che hanno ricevuto nivolumab/ipilimumab e nel 33,3% di quelli che hanno ricevuto nivolumab da solo. Il 25% ed il 15% dei pazienti rispettivamente ha discontinuato il trattamento per tossicità.
In conclusione, quindi, non è stato dimostrato un vantaggio in sopravvivenza con l’utilizzo della combinazione nivolumab/ipilimumab rispetto a nivolumab da solo in questo setting di pazienti. Inoltre, come descritto dagli autori, successivamente all’inizio di questo studio, il paradigma del trattamento dei pazienti con NSCLC è stato modificato dall’introduzione della combinazione di chemio-immunoterapia in prima linea, rendendo meno rilevante la domanda alla base del trial stesso. Sono però attesi i risultati di due studi in corso che stanno valutando ipilimumab come terapia di salvataggio in pazienti con NSCLC pretrattati con immunoterapia. Fino a quando non saranno disponibili questi dati, quindi, non c’è evidenza del ruolo di ipilimumab nel trattamento dei pazienti affetti da NSCLC ad istologia squamosa pretrattati.


Scott N Gettinger, Mary W Redman, Lyudmila Bazhenova, Fred R Hirsch, Philip C Mack, Lawrence H Schwartz, Jeffrey D Bradley, Thomas E Stinchcombe, Natasha B Leighl, Suresh S Ramalingam, Susan S Tavernier, Hui Yu, Joseph M Unger, Katherine Minichiello, Louise Highleyman, Vassiliki A Papadimitrakopoulou, Karen Kelly, David R Gandara, Roy S Herbst

JAMA Oncology, 2021 Jul 15

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