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Serum Detection of Nonadherence to Adjuvant Tamoxifen and Breast Cancer Recurrence Risk

È molto difficile per i medici capire l’aderenza alle terapie prescritte da parte dei pazienti in quanto è difficile stimarla tramite metodi indiretti quali il conto delle scatole di farmaco prescritte o tramite questionari. In questo ultimo caso è stato dimostrato come i pazienti tendano a sovrastimare l’assunzione dei farmaci. I metodi diretti, come la misurazione delle concentrazioni plasmatiche del farmaco o dei suoi metaboliti, sono stati poco studiati.
Circa l’80% delle pazienti con tumore della mammella è diagnosticata con tumori che esprimono i recettori ormonali. Poiché la terapia antiormonale adiuvante riduce il rischio di recidiva e migliora la sopravvivenza, queste pazienti sono candidate ad un trattamento antiormonale per almeno 5 anni. E poiché l’obiettivo di questa terapia è la guarigione, è molto importante capire l’aderenza delle pazienti alla terapia prescritta, soprattutto nella sottopopolazione delle pazienti giovani dove è stata dimostrata una ridotta aderenza alle terapie e di conseguenza una peggiore prognosi.
Per le 1.177 pazienti candidate a terapia adiuvante con tamoxifene, arruolate nello studio CANTO ed eleggibili per la presente analisi, è stata valutata, dopo un anno dall’inizio della terapia, l’aderenza alla terapia tramite domande dirette e tramite prelievo plasmatico con determinazione della concentrazione plasmatica di tamoxifene. I risultati sono stati confrontati inoltre con i dati di sopravvivenza.
Sono state identificate 188 pazienti (16,0%) definibili come ‘non-aderenti’, ossia con una concentrazione plasmatica di tamoxifene inferiore a 60 ng/mL. Di queste pazienti, il 55% aveva dichiarato una buona aderenza alla terapia. Ad un follow up mediano di 24,2 mesi successivo alla valutazione, è stato dimostrato come le pazienti ‘non-aderenti’ abbiano una ridotta sopravvivenza libera da malattia a distanza (DDFS) (HR 2,31; IC 95%: 1,05-5,06; p = 0,036) con l’89,5% delle pazienti ‘non-aderenti’ vive e senza recidiva contro il 95,4% delle pazienti aderenti.
La non aderenza è sicuramente un fenomeno molto complesso in quanto vari fattori possono entrare in gioco. In particolare, gli autori hanno mostrato come le pazienti con maggiori effetti collaterali e le pazienti che non hanno ricevuto chemioterapia abbiano un rischio maggiore di essere ‘non-aderenti’ alla terapia. Gli autori ipotizzano che queste pazienti possano essere meno consapevoli dei rischi di recidiva e dei conseguenti benefici della terapia.
In conclusione, il monitoraggio della terapia potrebbe essere utile per identificare precocemente le pazienti ‘non-aderenti’ e quindi a maggior rischio di recidiva. Per queste pazienti dovrebbero essere valutati interventi volti a migliorare l’aderenza.


Barbara Pistilli, Angelo Paci, Arlindo R Ferreira, Antonio Di Meglio, Vianney Poinsignon, Aurelie Bardet, Gwenn Menvielle, Agnes Dumas, Sandrine Pinto, Sarah Dauchy, Leonor Fasse, Paul H Cottu, Florence Lerebours, Charles Coutant, Anne Lesur, Olivier Tredan, Patrick Soulie, Laurence Vanlemmens, Christelle Jouannaud, Christelle Levy, Sibille Everhard, Patrick Arveux, Anne Laure Martin, Alexandra Dima, Nancy U Lin, Ann H Partridge, Suzette Delaloge, Stefan Michiels, Fabrice André, Ines Vaz-Luis

Journal of Clinical Oncology, 22 Jun 2020

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