Notiziario AIOM

GENITOURINARY CANCERS

Al congresso ASCO di quest’anno ben due studi in ambito genitourinario sono stati presentati in sessione plenaria:  lo studio Keynote-564 che ha valutato Pembrolizumab in adiuvante e lo studio di Teranostica sul carcinoma prostatico resistente alla castrazione.

La novità più importante è rappresentata proprio dall’utilizzo di Pembrolizumab come trattamento adiuvante, per un totale di 17 cicli  (1 anno di trattamento), nei pazienti con carcinoma renale operato a rischio intermedio-alto, ad alto rischio o nei pazienti M1 resi NED dopo chirurgia delle oligometastatsi. Pembrolizumab ha dimostrato un vantaggio consistente in DFS, rispetto a Placebo, sebbene i dati in OS non siano ancora maturi. Non sono emerse inoltre ulteriori tossicità rispetto a quelle già note. Sulla base dello studio KEYNOTE 564 Pembrolizumab potrebbe diventare il nuovo trattamento standard di cura nei pazienti affetti da carcinoma renale nel setting adiuvante.

Per quanto riguarda la seconda/terza linea nel carcinoma renale sono stati presentati i dati dello studio CANTATA studio di fase 3, che, in doppio cieco ha valutato l’associazione di Cabozantinib più Telaglenastat rispetto al placebo più Cabozantinib. Nonostante le aspettative lo studio è stato negativo sia in termini di PFS che di OS.

Sempre in sessione plenaria è stato presentato lo studio VISION, studio di teranostica, che ha valutato l’associazione di 177Lu-PSMA-617 allo SOC. Entrambi gli endpoint principali sono stati raggiunti con un vantaggio di sopravvivenza di quattro mesi (15.3 vs 11.3 m) e in PFS (8.7 vs 3.4 m). Il trattamento è risultato discretamente tollerato dai pazienti con tossicità prevalentemente midollare ma solo 1% di morti tossiche. Tali Risultati pongono la terapia con 177Lu-PSMA-617 come una nuova opzione di trattamento per tumore della prostata metastatico resistente alla castrazione pretrattata con nuovi agenti ormonali e taxani.

Nel carcinoma prostatico ormonosensibile metastatico de novo, lo studio PEACE-1 ha invece valutato l’aggiunta di Abiraterone Acetato e Radioterapia sulla prostata, allo SOC. Lo studio ha dimostrato che non c’era interazione tra radioterapia e Abiraterone e successivamente ha valutato l’impatto dell’aggiunta di Abiraterone allo SOC, evidenziando che sia sulla popolazione globale, sia sulla popolazione pretrattata con Docetaxel come parte dello SOC, si determinasse un vantaggio in rPFS di circa 2.5 anni, sebbene il dato in OS non sia ancora maturo.

Per quanto riguarda il tumore uroteliale non ci sono stati grandi novità presentate all’ASCO. Sono stati esposti i risultati di tre lavori che valutano le strategie di risparmio della vescica attraverso diverse combinazioni terapeutiche, ma che necessiteranno di ulteriori conferme in studi randomizzati.

Luca Galli