Notiziario AIOM

HIGHLIGHTS IN GYNECOLOGICAL CANCERS

Il Congresso ASCO 2021 è stato molto interessante per quanto riguarda le novità scientifiche sui tumori ginecologici.

E’ stato confermato che la durata standard del trattamento del bevacizumab per il tumore ovarico in prima linea è di 15 mesi. Sono stati infatti presentati i risultati di uno studio randomizzato che comparava 15 mesi di mantenimento vs 30 mesi di mantenimento. Prolungare la durata del trattamento non si traduce in un  beneficio di Progression-free Survival and Overall Survival

L’immunoterapia nel tumore dell’ovaio continua ad essere negletta e sono giunti, infatti, ulteriori risultati negativi di uno studio che combinava pembrolizumab alla chemioterapia neodiuvante nel tumore dell’ovaio in prima linea. Lo studio aveva l’obiettivo di capire se pembrolizumab più chemioterapia rispetto a chemioterapia da sola aumentasse la percentuale di citoriduzione al momento dell’intervento. Questo non è stato dimostrato così come non c’è nessuna differenza in termini di Progression-free Survival. Si apre invece uno spiraglio per l’immunizzazione attiva ed è stato presentato uno studio con dati molto interessanti sul composto  gemogenovalucel t. Dato come terapia di mantenimento al termine della prima linea di chemioterapia, ha dato un segnale di efficacia nell’aumentare la Progression Free Survival nelle  pazienti senza deficit della ricombinazione omologa (che sono le malate che presentano una prognosi peggiore).

Molto interessanti sono stati anche i risultati di una combinazione con mirvetuxumab e bevacizumab nella popolazione di pazienti con tumore ovarico con un’elevata espressione del recettore dei folati. E’ stato dimostrato che indipendentemente della risposta al platino questa combinazione è molto efficacie. Importanti anche i dati emersi da uno studio randomizzato con un whee 1 inibitore adavosertib (da solo) o in combinazione  con olaparib. Lo studio è stato condotto su pazienti già tutte pre-trattate con parp inibitore e parp resistenti. Ha evidenziato delle risposte interessanti sia nella coorte delle pazienti mutate per il BRCA sia in quelle non mutate.

Sempre al congresso ASCO sono stati presentati i risultati dello studio di follow up nel tumore dell’endometrio. Lo studio, frutto della ricerca accademica italiana, è stato molto lungo e difficile e ha previsto oltre 10 anni di arruolamento con un campione finale non raggiunto. Lo studio ha dimostrato come un follow up più intensivo, rispetto ad un follow up minimalista, non aumenta la sopravvivenza delle pazienti nemmeno nelle coorti ad alto rischio.

Infine è sato presentato lo studio Outback che randomizzava nel tumore della cervice localmente avanzato la chemio-radio che e’ lo standard verso la chemio-radio seguita da quattro cicli di chemioterapia. Le pazienti che hanno fatto quattro cicli di chemioterapia avevano una tossicità peggiore chiaramente legata alla chemio ma nessun vantaggio in termini di Progression-free Survival e Overall Survival. La radio-chemio si conferma quindi lo standard di cura. Sempre per il tumore della cervice sono emersi tanti piccoli segnali su studi di fase 2 di efficacia su altri nuovi farmaci immunoterapici.

Domenica Lorusso