Notiziario AIOM

LUNG CANCER

L’ASCO 2021 conferma come il tumore del polmone sia una patologia in continua evoluzione con dei risultati molto promettenti sia nel setting della malattia precoce che avanzata.

Tra le novità principali emerge come l’anticipazione dell’immunoterapia agli stadi precoci di malattia si confermi come una strategia terapeutica potenzialmente rivoluzionaria. Sono stati, infatti, presentati i risultati dello studio IMpower010, cioè i primi risultati di uno studio di fase tre randomizzato con immunoterapia nel setting adiuvante. Lo studio includeva pazienti affetti da tumore del polmone non a piccole cellule operati e sottoposti a chemioterapia adiuvante. Ha dimostrato un vantaggio in sopravvivenza libera da malattia, soprattutto nei pazienti affetti da tumore che esprimono PDL1. Questo a fronte di un profilo di tollerabilità che già conosciamo e che è assolutamente ben tollerato. Restiamo in attesa dei dati aggiornati, soprattutto per la sopravvivenza, ma questi primi risultati hanno davvero la potenzialità di cambiare, in un futuro non troppo lontano, la pratica clinica.

Restando negli stadi precoci sempre con immunoterapia, l’altra strategia consiste nell’utilizzare l’immunoterapia da sola o in combinazione nel setting adiuvante. A questo proposito all’ultimo AACR sono stati presentati i risultati dello studio Check-Mate 816, primo studio di fase tre in questo setting che ha dimostrato un vantaggio in risposte patologiche complete dall’utilizzo della combinazione di nivolumab/chemioterapia nel setting adiuvante rispetto alla sola chemio. Sono arrivate conferme dall’ASCO di come tale beneficio sia esteso a tutti gli stadi inclusi nello studio, e di come la combinazione di nivolumab/chemio terapia, sia associata dal punto di vista degli outcome chirurgici a un minor tasso di interventi invasisi con versioni in open e pneumonectomie.

Infine nel setting della malattia avanzata, invece, le novità nei tumori polmonari oncogene addicted l’hanno fatta da padrona. In particolare una grande necessità clinica è rappresentata dall’identificare delle strategie in grado di superare la resistenza osimertinib che è oggi lo standard out care nella prima linea dei pazienti con mutazione del gene EGFR, all’ASCO sono stati presentati i risultati di due studi di fase uno che utilizzano due strategie terapeutiche differenti per cercare di superare questa resistenza. La prima è il patritumab deruxtecan, un anticorpo monoclonale coniugato anti-HER3, la seconda deriva dalla combinazione di due farmaci, l’amivantamab un anticorpo anti MET e EGFR e un inibitore di EGFR di terza generazione, lazertinib. Entrambe queste strategie si sono dimostrate in grado di fornire dati promettenti in termini di attività e tollerabilità in pazienti pretrattati anche se ad oggi mancano dei chiari predittori patologici o molecolari che permettano di personalizzare ulteriormente la gestione della resistenza nei pazienti EGFR mutati. Ulteriori conferme da targeting dell’undruggable KRAS arrivano dall’aggiornamento dello studio CodeBreaK 100 conferma un beneficio duraturo che deriva dall’utilizzo di sotorasib in pazienti con tumore polmonare e mutazione G12C di KRAS, includendo una attività che in sottogruppi particolarmente sfavorevoli dal punto di vista prognostico. Inoltre nuovi farmaci all’orizzonte per alterazioni nuove o quasi come le inserzioni di esone 20 di EGFR o le alterazioni del gene RET, ma soprattutto potenziali nuovi target come le fusioni di NRG one.

Infine considerato il focus di ASCO 2021 su quella che è l’equità delle cure e del loro accesso per tutti i pazienti, ultima ma di assoluta prioritaria importanza la presentazione di una estesa analisi osservazionale e retrospettiva condotta negli Stati Uniti che ha incluso quasi 3.000 pazienti in istologia non squamosa e tale studio ha riportato come solo un paziente su due abbia disponibile al momento dell’avvio della prima linea tutti i 5 biomarcatori necessari per la decisione terapeutica e meno della metà dei pazienti abbia la possibilità di accedere alla strategia di profilazione molecolare estesa come l’NGS. Questo a sottolineare come traslare gli importanti benefici terapeutici riportati in questi congressi, come l’ASCO di quest’anno, traslarli nella pratica clinica del nostro ambulatorio richieda davvero un importante impegno da parte di tutte le figure coinvolte, proprio per garantire le qualità diagnostico-terapeutica a tutti i pazienti ogni giorno e ovunque essi vengano curati.

Sara Pilotto