Notiziario AIOM

MELANOMA E TUMORI CUTANEI NON MELANOMA

Sono stati diversi i contributi scientifici dell’ASCO di quest’anno al trattamento del melanoma.

Abbiamo focalizzato l’attenzione su quattro diversi aspetti, selezionando gli abstract dei lavori complessivi:

  • Setting metastatico nella prima linea di trattamento nei pazienti non pretrattati
  • Setting metastatico nella prima linea di trattamento nei pazienti pretrattati
  • Nel neo-adiuvante
  • Nell’adiuvante

Per il setting metastatico nella prima linea, che è quello che più coinvolge quotidianamente l’oncologo, abbiamo quattro studi per cui esiste un follow up di 5 anni ciascuno, a conferma di risultati già comunicati in precedenti setting. Nello specifico si parla del melanoma in fase avanzata metastatico localmente avanzato non operabile con il Check-Mate 067 (doppietta ipilimumab-nivolumab). La doppietta del checkpoint inhibitors conferma la sua superiorità con un follow up di 6 anni e mezzo e stabilisce una mediana di sopravvivenza globale di 72 mesi. Per i tumori con mutazione di Braf abbiamo altri cinque anni di conferma per il Columbus, che verifica l’attività della doppietta di più recente introduzione. I due parametri di outcome sono confermati a 5 anni con una PFS che supera i 14 mesi e una sopravvivenza globale intorno a 33.

Di grande rilievo l’impiego della doppietta nivolumab-ipilimumab nel melanoma metastatico a livello encefalico, con lo studio EBC, a 5 anni. I pazienti hanno risposte intracraniche superiori al 50% e una sopravvivenza a cinque anni intorno alla stessa percentuale. Una novità importante c’è in questo settore, il relatinab è una nuova molecola, un inibitore di Lag3, affiancato in Relativity 047 a nivolumab. I risultati sono convincenti: la pfs migliora del 25 % ed ha un’ottima tollerabilità. Nei pretrattati viene confermato un protocollo Lib 004, in cui pazienti pretrattati con anti-pd1 vanno ad avere ottima performance con trattamento con pembrolizumab e lembatinib, sia per risposte obiettive che sopravvivenza globale. Il relatinab è stata impiegata anche in setting neoadiuvante, dove sempre in associazione con nivolumab ha confermato ottima tollerabilità ed alto tasso risposte complete. Esistono anche due aggiornamenti su due studi di terapia adiuvante, il Keynote 054 alla prima ricaduta dei pazienti che in adiuvante avevano fatto pembrolizumab e 1404 che conferma pembrolizumab in pazienti di terzo stadio con terapia standard a scelta dello sperimentatore. Si ha conferma degli anticorpi anti-pd1 e il pembrolizumab in terapia adiuvante del melanoma cutaneo a terzo stadio.

Francesco Ferraù