Notiziario AIOM

ASTRO: “PIÙ DIAGNOSI DI TUMORE IN STADIO AVANZATO A CAUSA DELLA PANDEMIA”

Il sondaggio della American Society for Radiation Oncology

Vittorio Donato, Presidente Associazione Italiana Radioterapia e Oncologia clinica (AIRO): “I colleghi di oltreoceano si sono ritrovati ad aprile 2020 a dover rinviare ben il 92% dei trattamenti. In Italia ci siamo fatti trovare pronti fin dagli albori dell’emergenza sanitaria, per assicurare i trattamenti radioterapici, in piena sicurezza, ai pazienti con tumore. A maggio 2020, secondo i dati di AIRO, la riduzione dell’attività clinica era inferiore al 30% in 9 Centri di radioterapia oncologica su 10”

Un nuovo sondaggio della American Society for Radiation Oncology (ASTRO) evidenzia che stanno aumentando i pazienti con tumori in stadio avanzato rispetto al periodo pre-pandemia COVID-19. Il sondaggio nazionale tra gli specialisti della radioterapia, realizzato quest’inverno, indica inoltre che i ritardi dei trattamenti e i rinvii frequenti un anno fa si sono in gran parte attenuati e che i centri continuano a utilizzare misure di sicurezza avanzate per proteggere i pazienti e lo staff. “Dopo un anno di pandemia, riscontriamo un calo degli screening e delle diagnosi dovuto al Covid-19,” afferma Thomas J. Eichler, Chair of the ASTRO Board of Directors.

Effetti della pandemia sulla cura del cancro

Due terzi dei radioterapisti oncologi (66%) hanno dichiarato che i nuovi pazienti presentano tumori in stadi più avanzati. Circa 3/4 (73%) hanno affermato che i medici nella loro pratica stanno osservando pazienti non sottoposti a screening oncologici e numerosi hanno anche evidenziato che i pazienti hanno dovuto sospendere la radioterapia a causa della pandemia (66%). “Poiché la pandemia e il cancro causano danni sproporzionatamente maggiori nella popolazione nera e in altre comunità svantaggiate dal punto di vista medico, questi tassi possono aumentare nelle comunità vulnerabili,” ha aggiunto il dott. Eichler. I protocolli di sicurezza avanzati rimangono molto diffusi nelle cliniche radioterapiche. Mascherine per i pazienti e per lo staff (99%), distanziamento sociale in clinica (100%) e controllo dei pazienti e dello staff per l’esposizione a COVID-19 (95%) sono quasi universali. Anche aumento della sterilizzazione (93%), schermi facciali per lo staff durante le procedure (80%) e politiche anti-visitatori (73%) sono diffusi. “La sicurezza è al centro della radioterapia oncologica e le cliniche si sono adattate rapidamente, adottando misure protettive che mantengano in sicurezza lo staff e i pazienti nei confronti dell’esposizione al COVID-19,” ha affermato il dott. Eichler. Il sondaggio rivela inoltre che i centri hanno in gran parte smesso di rinviare o posticipare i trattamenti radioterapici. Solo il 15% ha riportato di aver posticipato i trattamenti in gennaio/febbraio 2021, rispetto al 92% di aprile 2020. In modo simile, il 12% ha riferito di aver rinviato tutte le visite di nuovi pazienti nel 2021, rispetto al 75% delle prime settimane della pandemia.

Quattro centri su dieci presentano ancora nei primi mesi del 2021 difficoltà di accesso ai dispositivi di protezione personale, al disinfettante per le mani per uso medico, o ad altre forniture fondamentali. In modo più allarmante, numerosi medici hanno affermato che la vaccinazione anti COVID-19 nei loro centri era limitata dall’accesso al vaccino (53%) e dall’incertezza nei confronti della vaccinazione da parte dello staff (59%) e dei pazienti (52%). L’alto tasso di incertezza rispecchia il fatto che più della metà degli operatori sanitari in prima linea negli Stati Uniti non erano vaccinati all’inizio di marzo 2021.

ASTRO si è unita alla coalizione guidata dall’American Cancer Society e dal National Comprehensive Cancer Network per incoraggiare gli americani a riprendere gli screening oncologici e i trattamenti, sottolineando che il cancro non aspetta che finisca la pandemia. ASTRO ha inoltre aggiornato le linee guida cliniche per COVID-19 comprendendo il sostegno alla vaccinazione contro il COVID-19 per le persone in radioterapia, a condizione che non presentino un aumento del rischio di reazione al vaccino. I pazienti sono invitati a consultare i radioterapisti oncologi per quanto riguarda i tempi e la location dove effettuare l’iniezione.

Il commento di Vittorio Donato (Presidente AIRO – Associazione Italiana Radioterapia e Oncologia clinica, Capo Dipartimento Oncologia e Medicine Specialistiche, Direttore Divisione Radioterapia, AO San Camillo Forlanini di Roma)

“L’emergenza coronavirus ha causato un grave ritardo negli screening oncologici e nei trattamenti, di cui oggi stiamo scontando le conseguenze. È fondamentale che le attività clinico-diagnostiche in oncologia tornino quanto prima a regime e che venga assicurata la continuità terapeutica e assistenziale, come avevamo già ribadito a inizio pandemia in una nota congiunta con AIOM e SIE. Le evidenze del sondaggio condotto da ASTRO sono molto interessanti perché restituiscono in modo accurato questo gravissimo impatto; d’altro lato fanno emergere come anche negli USA la sicurezza sia centrale nella radioterapia oncologica, sebbene i colleghi di oltreoceano si siano ritrovati ad aprile 2020 a dover rinviare ben il 92% dei trattamenti. In Italia in tal senso ci siamo fatti trovare pronti fin dagli albori dell’emergenza sanitaria, per assicurare i trattamenti radioterapici, in piena sicurezza, ai pazienti con tumore. A maggio 2020, secondo i dati di AIRO, la riduzione dell’attività clinica era inferiore al 30% in nove Centri di radioterapia oncologica su dieci”.

Ulteriori risultati del sondaggio

La pandemia non si ripercuote nello stesso modo su tutti i centri. Nel sondaggio ASTRO, i radioterapisti oncologi nei centri privati a disposizione della comunità riferiscono maggior probabilità di riscontrare tumori in stadio avanzato tra i loro pazienti, rispetto a quelli delle cliniche affiliate all’università. Carenza di dispositivi di protezione individuale e interruzione dei trattamenti dovute alla pandemia erano più frequenti nei centri privati a disposizione della comunità. Sono emerse differenze anche riguardo al vaccino anti-COVID-19. Sia l’accesso al vaccino che l’incertezza nei confronti della vaccinazione erano difficoltà più problematiche nei centri al di fuori delle aree metropolitane maggiori (popolazione <1 milione) e nei centri privati rispetto alle cliniche affiliate all’università. La telemedicina rimane diffusa. Più di 8 centri su 10 (85%) offrono opzioni di telemedicina per le visite di follow-up, e più della metà (54%) per le nuove visite. Un numero inferiore di centri (15%) utilizza la telemedicina per valutazioni cliniche di pazienti sottoposti a radioterapia. I centri radioterapici continuano ad affrontare problematiche dal punto di vista finanziario e operativo causate dalla pandemia. A causa della pandemia COVID-19 il volume dei pazienti è sceso al 73% nei centri, e le visite al 21%, in media. La maggior parte dei centri (72%) ad un certo punto ha ridotto lo staff per la pandemia COVID-19. Tuttavia i centri sono rimasti aperti. Il 100% dei medici intervistati ha riportato che le strutture di radioterapia sono rimaste aperte durante i molteplici picchi della pandemia. Solo il 7% ha chiuso le sedi minori.

Metodologia del sondaggio

Il sondaggio online è stato inviato per email a 509 radioterapisti oncologi identificati tramite il database dei membri di ASTRO come dirigenti medici dei centri di radioterapia oncologica americani e 117 di loro hanno completato il sondaggio tra il 15 gennaio e il 7 febbraio 2021 (tasso di risposta 23%).