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Telemedicina. ATTEGGIAMENTO DI PAZIENTI E MEDICI NEI CONFRONTI DELLA TELEMEDICINA NEI CENTRI ONCOLOGICI DOPO LA PANDEMIA DI COVID-19

In uno studio pubblicato sul JCO Clinical Cancer Informatics ricercatori del Medical College of Georgia, Augusta University, in Georgia, hanno evidenziato la preferenza delle visite in presenza sia per il personale sanitario che per i pazienti. Il COVID-19 ha contagiato più di 94 milioni di persone in tutto il mondo e ha causato oltre 2 milioni di morti. I pazienti oncologici hanno un rischio significativamente maggiore rispetto alla popolazione generale. La telemedicina rappresenta una strategia comune per la prevenzione della diffusione del virus. Il gruppo di Augusta in Georgia (Stati Uniti) ha cercato di valutare la percezione dei pazienti oncologici e dei medici relativamente alla telemedicina durante la pandemia di COVID-19.

Hanno inviato un sondaggio di 16 domande via email a 1.843 pazienti che si erano presentati a una delle sei cliniche oncologiche di un centro comprensivo per la cura del cancro tra l’1 gennaio e l’1 giugno 2020. Ai medici delle stesse cliniche è stata inviata una mail con sondaggio di 6 domande. Le specialità erano: oncologia medica, onco-ematologia, oncologia chirurgica, oncologia urologica e oncologia ginecologica.

374 pazienti (20,3%) e 14 medici (66,7%) hanno risposto al sondaggio. La maggior parte (68,2%) preferiva le visite in presenza, mentre l’80,4% preferirebbe le visite in persona una volta risolta la pandemia. Più della metà dei pazienti (52,2%) che hanno scelto le visite virtuali lo fa per convenienza. La maggior parte dei pazienti oncologici (63,1%) si dichiara a proprio agio con una visita completa in presenza; i pazienti chirurgici sono più propensi a preferire un esame completo (p = 0,0476). I medici preferiscono le visite in persona (64,2%) e ritengono che le visite in forma virtuale ‘forse’ o ‘probabilmente’ non offrono un’assistenza paragonabile (64,2%). Il 71,4% ritiene che le visite virtuali aiutino a prevenire la diffusione del contagio.

Date le preferenze per le visite in presenza, il personale di oncologia dovrebbe organizzarsi per continuare a offrire visite in persona alla maggior parte dei pazienti. La differenza tra la preoccupazione dei pazienti e dei medici per la diffusione dell’infezione è un’area in cui i pazienti stessi possono trarre vantaggio da una maggiore educazione: gli specialisti dovrebbero effettuare le visite in presenza a loro discrezione.