Notiziario AIOM

COVID-19, IL RUOLO DELLA TELEMEDICINA NEI PAZIENTI ONCOLOGICI

I risultati dell’indagine condotta dallo Houston Methodist Cancer Center e pubblicata su JCO Oncology Practice

Il 92% dei malati e il 65% dei clinici sono soddisfatti delle televisite. Saverio Cinieri, Presidente Eletto AIOM: “Servono piattaforme omogenee tra gli ospedali e meccanismi amministrativi che regolino questa attività. Le visite non in presenza siano riconosciute in tutta Italia e rimborsate”

La telemedicina è un’alternativa efficace e soddisfacente per la cura dei pazienti oncologici durante la pandemia SARS-CoV-2 e quali sono le potenziali difficoltà alla sua realizzazione? Lo Houston Methodist Cancer Center ha offerto visite in telemedicina ai pazienti onco-ematologici, utilizzando la piattaforma video Houston Methodist MyChart, e ha raccolto le seguenti informazioni con due sondaggi: motivi del rifiuto delle visite con telemedicina, caratteristiche e informazioni demografiche dei pazienti che hanno accettato le visite in telemedicina rispetto a quelli che le hanno rifiutate e risposte anonime ai sondaggi che chiedevano il livello di soddisfazione dei medici coinvolti e dei pazienti che hanno accettato le televisite. I risultati dei sondaggi sono stati pubblicati sulla rivista di ASCO (American Society of Clinical Oncology), JCO Oncology Practice (https://ascopubs.org/doi/abs/10.1200/OP.20.00572).

Le visite di telemedicina in video, tramite la piattaforma Houston Methodist MyChart, sono state offerte ai pazienti come alternativa a quelle di persona. I motivi presentati dai pazienti che non le hanno accettate sono stati documentati e sono state raccolte informazioni demografiche. I sondaggi sono stati utilizzati per stabilire il livello di soddisfazione dei medici che hanno svolto le visite e dei pazienti che hanno accettato di farle.

Dei 1.762 pazienti oncologici, a cui sono state offerte visite in telemedicina, 1.477 (83,8%) hanno partecipato. I pazienti che hanno rinunciato erano più anziani (67,7 v 60,2 anni), residenti in aree a reddito decisamente inferiore e, molto probabilmente, senza copertura assicurativa rispetto alle persone che hanno accettato. La maggior parte dei pazienti che hanno partecipato (92,6%) sono stati soddisfatti delle televisite. Anche la maggioranza dei medici (65,2%) è risultata soddisfatta dell’utilizzo della telemedicina e il 74% ha indicato che la userebbe anche in futuro. Le maggiori preoccupazioni dei medici per l’utilizzo di questa tecnologia sono relative alla inadeguata interazione con il paziente e all’acquisizione di informazioni mediche, alla maggior possibilità di perdere risultati clinici significativi, alla peggiore qualità della cura e alla potenziale responsabilità medica.

Nel complesso, i pazienti onco-ematologici e i medici hanno espresso alti livelli di soddisfazione per l’utilizzo delle visite in telemedicina.

“L’oncologia è una delle discipline in cui il contributo della telemedicina può essere più prezioso, non solo durante l’emergenza sanitaria, ma anche nella nuova normalità post Covid-19 – spiega Saverio Cinieri, Presidente Eletto AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e Direttore Oncologia Medica e Breast Unit dell’Ospedale ‘Perrino’ di Brindisi -.  Ed è stato uno dei temi centrali della sessione speciale ‘Oncologia Digitale 2020’, al XXII Congresso Nazionale AIOM che si è svolto recentemente. In questi mesi di pandemia, si è parlato molto di telemedicina e teleconsulti, in realtà in Italia non siamo pronti. Manca una visione centrale e non suddivisa per aziende sanitarie delle diverse realtà territoriali. Serve che la telemedicina sia riconosciuta in tutto il Paese e che le visite non in presenza siano rimborsate. Senza questi riconoscimenti, la telemedicina resterà solo un progetto sulla carta o a livello di iniziative sporadiche di singoli Ospedali. I contatti telefonici e telematici non hanno la pretesa di sostituire le visite fisiche e l’incontro con il paziente, ma consentono di eseguire controlli intermedi e una tempestiva discussione degli esami di laboratorio e strumentali e di eventuali segni e sintomi di malattia”. “In Italia, la telemedicina – afferma il Presidente Eletto AIOM – è stata svolta in modo ‘artigianale’ durante i primi mesi della pandemia, ma ha offerto un supporto importante e va senza dubbio strutturata, finanziata e incentivata, soprattutto per i pazienti in follow-up o per quelli sottoposti a terapie orali in trattamento presso il domicilio. Queste modalità di monitoraggio, però, dovrebbero prevedere piattaforme omogenee tra i vari ospedali e meccanismi amministrativi che regolino questa attività. Serve cioè una rendicontazione delle prestazioni effettuate in telemedicina. Senza l’impegnativa infatti, la televisita è priva di valore, anche da un punto di vista legale. Dobbiamo lavorare per il riconoscimento formale di questo tipo di attività”.

Risultati del sondaggio per pazienti

Tra i 285 pazienti (16,2%) che hanno rinunciato alla televisita tramite Houston Methodist MyChart, i motivi principali comprendono la preferenza per le visite di persona (43,5%) e problemi tecnologici (28,8%). Seguono la mancanza di connessione a Internet o di dispositivi mobile (18,6%) o problemi tecnici con l’applicazione MyChart (10,2%). Alcuni pazienti hanno espresso la necessità di riprogrammare la visita in altra data per la paura di infezione da COVID-19 (13,0%) o la preferenza per la riprogrammazione senza motivi particolari (3,5%), preferenza per la telefonata (2,1%), insicurezza relativamente alla televisita (2,8%) e altri motivi non specificati (6,3%).

Un sondaggio di follow-up, a tre settimane dall’appuntamento per la televisita, è stato realizzato per definire la soddisfazione dei pazienti che avevano accettato di partecipare con MyChart. Di questi il 21% ha compilato il sondaggio. Le persone che hanno risposto sono state principalmente donne (73,5%) più che uomini (26,2%). L’età dei pazienti che hanno risposto era costituita come segue: 60 anni (63,9%), 45-60 anni (24,9%), 30-44 anni (8,9%) e 18-29 anni (0,6%). Questi pazienti sono stati visitati dai medici dell’ospedale accademico principale (25,6%) o di uno dei 5 centri oncologici regionali in GHA (74,6%).

E’ risultata soddisfazione per la qualità generale della visita. La maggior parte dei pazienti che hanno completato il sondaggio si è dichiarata soddisfatta (92,6%), e l’83,4% molto soddisfatta. Per quanto riguarda la facilità di utilizzo della televisita con MyChart, il 91,7% dei pazienti è stato soddisfatto e il 76,7% non ha richiesto supporto tecnico. Tra i pazienti che hanno richiesto supporto tecnico, il 72% ha utilizzato l’aiuto di un impiegato di Houston Methodist e il 53% è stato aiutato da familiari o da amici. La qualità dell’interazione con i medici e la loro capacità di rispondere alle domande tecniche con la televisita in modalità MyChart sono risultate soddisfacenti per il 96,7% e il 96,8% dei pazienti rispettivamente. La maggior parte dei pazienti (97,1%) è stata soddisfatta anche dalla sensazione di privacy della visita e ha dichiarato che sarebbe decisamente disponibile (73,2%) o comunque disponibile (17,2%) a ripetere la televisita con MyChart video.

Per le ulteriori visite, i pazienti hanno risposto che sono favorevoli ad effettuarle tutte (18,8%), la maggior parte (36,4%), alcune (31,2%), poche (8,9%), o nessuna (3,8%) con MyChart video.

Risultati del sondaggio per medici

Un sondaggio è stato inviato a 23 ematologi o oncologi medici (48% universitari; 52% ospedalieri), 3 settimane dopo l’inizio delle televisite con MyChart video e la percentuale di risposta è stata del 100%. Dei 23 ematologi e oncologi medici, 20 (87%) erano 60enni. Il sondaggio rivela che il 91% dei medici ha utilizzato le visite con MyChart video per il controllo dei pazienti e l’87% le ha usate per la visita di nuovi pazienti onco-ematologici. Inoltre, il 52,5% dei medici visitavano più del 50% dei pazienti in modalità virtuale, mentre l’87% lo ha fatto per più del 25% dei pazienti.

Le preoccupazioni dei medici comprendevano: timore di perdere risultati clinici importanti (52,2%), mancanza di interazione medico-paziente (47,8%), peggioramento della qualità della cura (26,1%), incapacità di ottenere informazioni e dati adeguati (26%), responsabilità potenziale del medico (30,4%), complessità del processo (13%), supporto tecnologico non adeguato (21,7%) e rifiuto della televisita da parte dei pazienti (13%).

Il 65,2% dei medici è risultato soddisfatto o molto soddisfatto delle visite con MyChart video, mentre il 21,7% neutrale e il 13,1% insoddisfatto o molto insoddisfatto della modalità. I medici hanno risposto che sono molto disponibili (13%), disponibili (17,4%), neutrali (17,4%), non disponibili (39,1%), o del tutto contrari (13%) a continuare a utilizzare MyChart video per visitare i nuovi pazienti dopo la crisi COVID-19. Per contro, hanno risposto di essere molto disponibili (43,5%), abbastanza disponibili (30,5%), neutrali (13%), non disponibili (8,7%), o decisamente non disponibili (4.3%) a continuare le televisite con MyChart video dei pazienti già in cura dopo la crisi COVID-19. Infine il 52,2% dei medici riferisce che una percentuale tra il 26% e il 50% dei pazienti preferirebbe le televisite con MyChart video al posto dei follow-up da effettuare di persona; il 30,5% crede che una percentuale tra lo 0% e il 25% continuerebbe con questo metodo e il 17,4% ritiene che il 50% dei pazienti preferirebbe le visite MyChart video in futuro. Il 65,2% dei medici che hanno risposto al sondaggio riferisce che molto probabilmente o probabilmente raccomanderà le visite con MyChart video ai colleghi per la gestione dei pazienti.