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Il sondaggio. MENO PARTECIPAZIONE DEI PAZIENTI ONCOLOGICI AGLI STUDI CLINICI DURANTE LA PANDEMIA

Una parte dei pazienti oncologici potrebbe avere meno probabilità di essere arruolata in uno studio clinico a causa della pandemia in corso. Secondo un rapporto pubblicato su JAMA Oncology come lettera di ricerca da Mark E. Fleury e colleghi, quasi un paziente oncologico intervistato su cinque ha affermato che la pandemia lo renderebbe meno propenso a entrare in uno studio. Il motivo principale per non essere arruolati è stato il timore di esposizione a COVID-19.

“Mentre la maggior parte dei pazienti è tuttora disponibile a prendere parte ad uno studio clinico durante la pandemia, il timore dell’esposizione a COVID-19 in seguito alla partecipazione agli studi può causare la rinuncia all’arruolamento di molti pazienti altrimenti interessati. Questo significa che gli studi, che faticano a trovare il numero di pazienti necessari, molto probabilmente vedranno ridotto l’arruolamento per tutta la durata della pandemia” ha affermato il Dott. Fleury, Principal of Policy Development and Emerging Science della American Cancer Society Cancer Action Network (ACS CAN). “Le difficoltà che i pazienti si trovavano ad affrontare già prima della pandemia rendevano difficile la partecipazione agli studi clinici. Ora, con l’aggiunta di COVID-19, è ancora più difficile… È probabile che vedremo impatti a lungo termine sul ritmo delle ricerche”.

Risultati del sondaggio

Il risultato è basato su un sondaggio ACS CAN su pazienti con cancro e sopravvissuti tra la fine di maggio e la metà di giugno 2020. Tra i 192 intervistati a cui è stata offerta la partecipazione a una sperimentazione, 150 (78,1%) hanno accettato e 116 (60,4%) alla fine sono stati arruolati, con un tasso di partecipazione complessivo del 12,4%. Tra i 662 intervistati a cui non è stata offerta la partecipazione alla sperimentazione, 519 (78,4%) hanno riferito di essere propensi o molto propensi a iscriversi nel caso fosse loro offerta la possibilità.

E’ stato chiesto a tutti gli intervistati se la pandemia li rendesse più o meno disponibili a partecipare a uno studio clinico. Dei 907 intervistati, circa l’80% ha risposto che non fa differenza; i restanti intervistati avevano una probabilità sette volte maggiore di indicare che la pandemia li rendeva meno propensi all’arruolamento in uno studio clinico.

Sondaggi successivi hanno mostrato che l’ansia da COVID-19 rimane elevata tra i pazienti e la paura di contrarre il virus è stata citata, insieme alla chiusura delle strutture, come uno dei motivi principali per cui i pazienti hanno ritardato le cure oncologiche.

“La pandemia ha fatto sì che molte istituzioni interrompessero l’arruolamento di nuovi pazienti negli studi clinici e si pensava che, una volta riaperte le strutture, avrebbero potuto riportarlo alla normalità. Quello che abbiamo scoperto è che, finché la pandemia è ancora in corso, meno pazienti si offriranno volontari per le sperimentazioni cliniche”, ha detto il dottor Fleury. “È necessario tenere sotto controllo la pandemia o trovare modi innovativi come le visite di telemedicina in modo che i pazienti possano partecipare agli studi clinici, senza sentirsi esposti a ulteriori rischi per il COVID-19″.