Notiziario AIOM

JAMA Oncology. PANDEMIA E DEFICIT DI SCREENING NEGLI STATI UNITI

In uno studio di coorte retrospettivo pubblicato su JAMA Oncology, Ronald C. Chen e i colleghi hanno quantificato il deficit degli screening oncologici negli Stati Uniti associato alla pandemia COVID-19 e ne hanno identificato le differenze secondo la regione di appartenenza e lo stato socioeconomico.

I dettagli dello studio

Lo studio ha considerato i dati del HealthCore Integrated Research Database, che comprendevano informazioni relative a circa 60 milioni di persone in Medicare Advantage e piani sanitari commerciali da regioni geograficamente diverse. I partecipanti allo studio erano persone incluse nel database da gennaio a luglio 2018, 2019, e 2020 senza una precedente diagnosi dei tumori presi in esame. Per determinare l’impatto di COVID-19 sui tassi degli screening nel 2020, le variazioni dei tassi di screening per i tumori del seno, del colon-retto e della prostata sono state paragonate ai corrispondenti mesi del 2019 e 2020.

Risultati principali

I tassi di screening mensili per i tre tumori erano simili nel 2018 e 2019. Rispetto al 2019, diminuivano notevolmente tra marzo e maggio 2020. I cali maggiori si osservavano in aprile: 90,8% per il tumore del seno (da 4.287 a 394/100.000 arruolamenti), 79,3% per il tumore del colon-retto (da 2.073 a 430/100.000) e 63,4% per il tumore della prostata (da 4.025 a 1.474/100.000). Le diminuzioni in marzo e in maggio erano del 41,8% e 52,6% per il tumore del seno, del 33,3% e 57,7% per il tumore del colon-retto e del 27,4% e 35,0% per il tumore della prostata.

La ripresa dei tassi di screening mensili rispetto al 2019 entro luglio 2020 era quasi completa per i tumori del seno e della prostata, con un deficit del 131% osservato per il tumore del colon-retto.

Nonostante il recupero dei tassi di screening mensili rilevato nel 2020, il deficit complessivo stimato tra gennaio e luglio 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 per la popolazione americana era pari a 3,9 milioni di persone per il tumore del seno, 3,8 milioni per il tumore del colon-retto e 1,6 milioni per il tumore della prostata, con un deficit di screening totale di 9,4 milioni di persone.

Rispetto al 2019, il Nord-est presentava il maggior calo degli screening, e l’Ovest mostrava una ripresa più lenta paragonato al Midwest e al Sud. Per esempio, le riduzioni dei tassi di screening del tumore del seno di aprile 2020 vs aprile 2019 erano dell’87,3% a Ovest e 94,5% a Nord-est. In luglio le riduzioni rispetto al 2019 andavano dallo 0,3% nel Midwest al 10,6% a Ovest.

A seconda dello stato socioeconomico, il maggior calo dei tassi di screening nel 2020 è stato osservato nelle persone nel quartile dell’indice di status socioeconomico più alto, che era associato a una riduzione della disparità nello screening oncologico in base allo stato socioeconomico osservato nel 2019. Per esempio, i tassi di screening del tumore della prostata per 100.000 iscritti nei quartili dell’indice di status socioeconomico più basso e più alto erano 3.525 e 4.329 in aprile 2019 vs 1.535 e 1.338 in aprile 2020. I valori corrispondenti erano 4.100 e 4.312 vs 546 e 292 per il tumore del seno, e 2.010 e 2.156 vs 521 e 376 per il tumore del colon-retto.

Nell’analisi multivariata, l’utilizzo della telemedicina paragonato al non utilizzo era associato ad una maggiore probabilità di screening oncologico, con rapporti di rischio significativi di 1,13 – 2,46 – 1,40 – 1,25, e 1,22 osservati da marzo a luglio 2020.

Gli sperimentatori concludono: “E’ necessario compiere sforzi di sanità pubblica per affrontare il grande deficit degli screening oncologici dovuto alla pandemia COVID-19, compreso un maggiore utilizzo di modalità di screening che non richiedono una procedura”.