Notiziario AIOM

LE REGIONI. CALABRIA: “LA PANDEMIA HA ACCENTUATO LA SCARSA INTEGRAZIONE TRA OSPEDALE E TERRITORIO”

di Giancarlo Di Pinto (Coordinatore Regionale AIOM/Calabria)

L’esplosione della pandemia da coronavirus in Calabria, così come nel resto d’Italia, ha colto tutti di sorpresa visto che pochi sono i precedenti di questa portata. Questo ha inevitabilmente portato a cambiamenti in corso d’opera nell’affrontare la situazione sino a quando il meccanismo non è stato perfezionato.

In Calabria la pandemia è stata affrontata grazie all’impegno di tutti ed in primis del personale sanitario che in prima persona ha dovuto affrontare una situazione del tutto nuova senza riferimenti scientifici certi. Pertanto, in una prima fase, la pandemia è stata affrontata scontando una carenza dei DPI. Tuttavia la Calabria, così come altre regioni meridionali, ha avuto fortunatamente un numero di casi di molto inferiori rispetto alle regioni del Nord. Inoltre l’arrivo della pandemia con qualche settimana di ritardo rispetto al Nord ha consentito alle istituzioni regionali di adeguarsi alle nuove e mutate esigenze sanitarie. Alla data del 22.08.2020 in Calabria si contano 1.398 casi con 97 decessi riferibili all’infezione da Covid 19. La pandemia da Coronavirus ha comportato la necessità anche in Calabria, ovviamente, di una riorganizzazione dell’assistenza sanitaria ai malati oncologici. Pertanto, in assenza di linee guida in materia preesistenti, le raccomandazioni AIOM hanno costituito la base per riorganizzare l’assistenza sanitaria ai malati oncologici. Inoltre particolare importanza è stata data ai malati oncologici da parte delle istituzioni regionali visto che anche un oncologo (il dott. G. Filippelli) è stato inserito nella task force regionale.

La riorganizzazione dell’assistenza sanitaria ai malati oncologici ha comportato in pratica:

  • Riduzione degli accessi in ospedale al fine di ridurre i contatti riducendo così il rischio di contagio
  • Distanziamento dei pazienti nei reparti/day hospital. In particolare nei day hospital maggiore distanza tra i pazienti e tempi prolungati per le terapie al fine di evitare numeri eccessivi di pazienti nello stesso momento
  • DPI per il personale sanitario e per i pazienti
  • Divieto di accesso per gli accompagnatori in reparto salvo casi eccezionali tipo pazienti non autosufficienti
  • Pre triage telefonico il giorno prima e triage da parte degli infermieri prima di accedere in reparto il giorno della terapia
  • Le terapie orali sono state gestite da remoto così come i piani terapeutici che nella maggior parte dei casi sono stati fatti pervenire direttamente al paziente e/o alla farmacia territoriale di competenza
  • Le terapie antiblastiche e le prime visite non differibili sono state regolarmente garantite
  • Le visite di follow up sono state differite a data da destinarsi

Passata la fase emergenziale dobbiamo guardare al futuro e cercare di non farsi trovare impreparati ad una eventuale seconda ondata forti dell’esperienza acquisita per permettere ai nostri pazienti di continuare a venire nelle oncologie calabresi in tutta sicurezza. La pandemia non ha fatto altro che accentuare alcune carenze già preesistenti come la scarsa integrazione tra ospedale e territorio.

Per tale motivo il futuro prossimo dovrebbe comprendere:

  • Ripresa dei follow up con recupero di quelli sospesi durante il lock down
  • Ripartire immediatamente con gli screening oncologici al fine di evitare ritardi diagnostici
  • Creare una piattaforma informatica ospedale-territorio al fine facilitare il rapporto medico-paziente. La telemedicina potrebbe costituire una risorsa ridisegnando il rapporto medico-paziente consentendo di selezionare i pazienti che realmente hanno necessità di venire in ospedale senza interrompere la continuità assistenziale. Inoltre sempre in questa ottica è necessario potenziare la medicina territoriale
  • Piena operatività della rete oncologica al fine di garantire uniformità di cura su tutto il territorio regionale

Per vedere l’intervista vai su AIOM Tv