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COVID: “NEI PAZIENTI ONCOLOGICI IL RISCHIO DI INFEZIONE NON È PIÙ ALTO”

Pubblicati su Nature Cancer i risultati di una vasta analisi di popolazione in Veneto

Massimo Rugge, presidente AIRTum (Associazione Italiana Registri Tumori): “La condizione di immunodepressione conseguente alla neoplasia non rende le persone colpite da cancro più esposte al coronavirus. Ma le complicanze possono essere più gravi”

Un grande studio condotto in una popolazione di circa 85.000 residenti in Veneto e testati per infezione da SARS-CoV-2 (febbraio – aprile 2020) ha considerato la prevalenza dei pazienti con una storia clinica di cancro tra la popolazione infetta e non-infetta. Il profilo etico dello studio è stato approvato dal Comitato Bioetico della Regione Veneto.

I risultati della ricerca indicano che i pazienti affetti da cancro non hanno un rischio di infezione da SARS-CoV-2 maggiore di quello della popolazione non affetta da tumore. Tuttavia, la percentuale di persone risultate positive a SARS-CoV-2 ospedalizzate era maggiore tra i pazienti oncologici, così come la percentuale di decessi. I risultati dello studio, pubblicato in Nature Cancer il 31 luglio 2020, concludono che il rischio di eventi avversi dell’infezione da SARS-CoV-2 era significativamente più alto nei pazienti oncologici rispetto a quelli non affetti da cancro, in particolare negli uomini, negli anziani e in coloro a cui la neoplasia era stata diagnosticata non più di 2 anni prima dell’infezione.

“Lo studio si proponeva di stimare la prevalenza di pazienti con una storia di cancro nella popolazione testata per infezione da SARS-CoV-2 e di valutare se la infezione virale poteva condizionare la storia clinica dei pazienti oncologici – afferma Massimo Rugge, primo autore dello studio, presidente AIRTum (Associazione Italiana Registri Tumori) e Professore Ordinario di Anatomia Patologica dell’Università degli Studi di Padova -. In particolare, la ricerca voleva verificare la ipotesi che la immunodepressione ipoteticamente associata alle malattie neoplastiche favorisse la infezione virale. I risultati dello studio hanno dimostrato che la prevalenza dell’infezione da SARS-CoV-2 tra i pazienti neoplastici non è maggiore di quella della popolazione non affetta da cancro; tali risultati negano che i soggetti affetti da cancro siano più esposti all’infezione. Vi è però una maggiore pericolosità dell’infezione nei pazienti oncologici; in questi ultimi, il decorso sfavorevole della infezione virale (in particolare il ricovero in terapia intensiva e il decesso) è più frequente rispetto a quello della popolazione non-neoplastica”.

Delle 84.246 persone sottoposte al test per infezione virale, la percentuale degli infetti era maggiore tra gli uomini (7%, pari a 2.311/33.183) rispetto alle donne (5%, pari a 2.478/51.063). Dei soggetti considerati, 4.789 (6%) avevano una storia di cancro.

Quando i soggetti testati per SARS-CoV-2 sono stati distinti per classi di età (< 70 anni, 70–79 anni, 80 anni o >), la prevalenza di pazienti positivi a SARS-CoV-2 affetti da cancro era del 11% (281/2.628), 18% (186/1.025) e 22,5% (256/1.136), rispettivamente, nelle tre classi di età. Tra i pazienti SARS-CoV-2 positivi, il rischio di ospedalizzazione e di morte è risultato significativamente più basso nel sesso femminile (donne versus uomini, pOR 0.68) e nei soggetti di età più giovane (70–79 anni versus 0–69 anni, pOR= 2.73, ≥80 versus 0–69, pOR= 3.15).

Dei 723 pazienti positivi al test SARS-CoV-2 con diagnosi di cancro, l’8% aveva una storia clinica di neoplasie multiple (38 uomini e 17 donne); 35 di questi 55 pazienti (64%) sono stati ricoverati in ospedale a causa dell’infezione virale e 8 su 55 (14,5%) sono deceduti. La percentuale di pazienti positivi a SARS-CoV-2 ospedalizzati era del 57% (409/723) tra i pazienti oncologici, rispetto al 34% (2.941/8.552) dei pazienti non oncologici (p < 0,0001). La prevalenza dei pazienti ammessi nelle unità di terapia intensiva a causa di COVID-19 non differiva tra i pazienti oncologici e gli altri. Dei 723 pazienti positivi a SARS-CoV-2 con il cancro, 106 sono morti per sindrome COVID-19 durante il periodo di studio (15%), in confronto ai 385 degli 8.552 (4,5%) dei pazienti SARS-CoV-2 positivi non affetti da tumore (p < 0,0001).

Utilizzando la regressione logistica (pOR= aggiustata per sesso ed età), il rischio di ospedalizzazione e di morte è risultato costantemente più basso tra le donne. Rispetto alle persone più giovani, i pazienti positivi a SARS-CoV-2 di età pari o maggiore di 70 anni erano a rischio più alto di ospedalizzazione (pOR= 4.02) e decesso (pOR= 25.43).

I soggetti con diagnosi di cancro entro 2 anni dallo sviluppo dell’infezione hanno mostrato maggior rischio di ospedalizzazione e morte (pOR= 2.67). Non è emersa un’associazione significativa tra età e storia di cancro e ammissione alla terapia intensiva, quest’ultima meno frequente tra le donne.

Tra i pazienti con una precedente diagnosi di tumore positivi a SARS-CoV-2, il rischio di eventi avversi è stato distinto a seconda della sede del tumore. Dopo l’aggiustamento per sesso ed età, un maggiore rischio di ospedalizzazione è stato associato ai tumori della mammella, alle neoplasie ematologiche e a quelle urologiche. Per quanto riguarda il ricovero in terapia intensiva, non è stato osservato un significativo aumento di rischio per nessuno dei tumori considerati. Un maggiore rischio di decesso è stato associato ai tumori della mammella, del polmone e ai tumori ematologici.

Gli autori hanno concluso che nel loro studio non risulta una associazione statisticamente significativa tra storia oncologica e positività a SARS-CoV-2. Ma il rischio di eventi avversi da COVID-19 è significativamente maggiore nei pazienti con il cancro, in modo particolare negli uomini, anziani e pazienti con una diagnosi di cancro non superiore a 2 anni dalla positività a SARS-CoV-2. Le neoplasie del seno, vie urinarie, sangue e polmoni erano associate ad un rischio più alto di effetti clinici avversi e/o decesso dovuti a COVID-19.

Bibliografia

Rugge M, Zorzi M, Guzzinati S. SARS-CoV-2 infection in the Italian Veneto region: adverse outcomes in patients with cancerNature Cancer 2020; 1(784-788).