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SONDAGGIO. GLI INFERMIERI ONCOLOGICI MAPPANO LA SITUAZIONE DEI PAZIENTI CON IL CANCRO IN AUTO-ISOLAMENTO

Nella lettera all’editore pubblicata sul numero di agosto 2020 dell’European Journal of Cancer, un gruppo di infermieri oncologici ha diffuso i dati di un’analisi ad interim svolta attraverso un sondaggio.

La ricerca è stata condotta tra marzo e maggio 2020 dall’Associazione Italiana Infermieri di Area Oncologia (AIIAO). L’obiettivo è stato rilevare la situazione dei pazienti con il cancro in auto-isolamento a casa nel contesto della pandemia COVID-19. Sono stati riportati i dati di 195 pazienti che hanno completato interamente il sondaggio. La maggior parte dei partecipanti erano donne (75.9%), con un’età media di 50.3 anni (range 25-78) e un alto livello di educazione (66,34%). La maggioranza dei pazienti aveva neoplasie ematologiche (51.3%), seguita da pazienti con tumore del seno (26.2%) e con altri tumori solidi (22.6%). La maggior parte dei pazienti erano provenienti dal nord Italia (38.9%), seguiti da quelli del sud Italia (34.7%) e dalle regioni centrali italiane (26.4%).

I risultati degli argomenti trattati dal sondaggio indicano che il 21.1% dei partecipanti allo studio non è uscito da casa durante il periodo di studio, mentre il 59.3% è uscito raramente. I motivi per uscire erano principalmente legati alla salute o all’esigenza di recarsi al supermercato, mentre solamente per l’8.3% erano motivi di lavoro. Per quanto riguarda i cambiamenti nelle relazioni con i membri della famiglia, il 31.9% ha riportato di non aver scambiato baci nè abbracci, il 12% ha praticato il distanziamento sociale, il 6.8% ha utilizzato camera separate e il 6,8% ha riportato altre misure. Gli infermieri hanno commentato che i pazienti con il cancro non erano solo considerati a maggior rischio di infezione da COVID-19, ma hanno visto anche ridurre le attività di assistenza oncologica. Circa un terzo dei pazienti (29%) ha riportato che la malattia non era sotto controllo. Molti pazienti hanno vissuto la difficoltà di accesso alle terapie oncologiche in sicurezza (62%), specialmente per le visite di follow-up, che sono state spesso rinviate. Inoltre, i pazienti con il cancro avevano paura di andare all’ospedale anche in caso di bisogno e avevano cancellato gli appuntamenti. La percezione sempre maggiore dell’ospedale come luogo in cui poter contrarre l’infezione potrebbe avere aggiunto incertezza ai pazienti la cui ansia ha già influito negativamente sul loro benessere mentale. Peraltro, il 44% dei partecipanti allo studio ha riportato il timore che la propria diagnosi di cancro potesse essere considerata di importanza secondaria in periodo di pandemia COVID-19. Per questo motivo gli infermieri italiani hanno evidenziato che gli operatori sanitari dovrebbero aiutare i pazienti a dare la giusta priorità alle loro esigenze di salute. I pazienti con il cancro solitamente si sentono più vulnerabili rispetto alla popolazione in generale e sono abituati all’ipervigilanza e a misure protettive, per cui non sorprende che abbiano adottato prontamente comportamenti preventivi nei confronti di COVID-19. Tuttavia solo il 54% ha pensato di essere a maggior rischio per l’infezione COVID-19 e il 51% per complicazioni. Per ridurre la possibilità di contrarre l’infezione, circa un terzo dei partecipanti allo studio ha riportato di aver assunto integratori non prescritti dagli operatori sanitari per mancanza di evidenze dagli studi clinici in corso. D’altra parte le strategie di auto-cura come una dieta bilanciata, esercizio regolare e buone relazioni sembrano essere state sottostimate come potenziali supporti per il sistema immunitario.

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