Notiziario AIOM

Lo studio. CORONAVIRUS, ANSIA E STRESS POST-TRAUMA PER 50% OPERATORI SANITARI

Indagine su ‘JAMA’ rileva sintomi spia di stress, depressione, insonnia e ansia

Un’indagine, pubblicata su ‘JAMA’, la prima del genere condotta in Italia, evidenzia che medici e infermieri in prima linea contro il Covid-19 sono stati esposti a livelli elevati di eventi stressanti e presentano in circa il 50% dei casi sintomi post-traumatici legati a stress, depressione, ansia e insonnia. Il lavoro, condotto dall’Università dell’Aquila in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata, ha coinvolto 1.379 operatori sanitari, che hanno compilato un questionario ad hoc. È emerso che 681 operatori (49,38%) mostravano sintomi ‘spia’ di stress post-traumatico; 341 (24,73%) di depressione; 273 (19,80%) di ansia; 114 (8,27%) insonnia e 302 (21,90%) stress. Il questionario, rivolto agli operatori sanitari, è stato diffuso online su tutti i social network. Il periodo di indagine corrispondeva ai giorni immediatamente precedenti al picco in Italia, in cui i servizi sanitari del Paese erano sotto pressione. “Abbiamo esaminato anche le caratteristiche del lavoro degli operatori, cioè se erano in prima o seconda linea – ha spiegato Rodolfo Rossi, psichiatra e assegnista di ricerca all’Università Tor Vergata di Roma e primo autore dello studio -. Abbiamo scoperto chiare associazioni tra i sintomi e il fatto di lavorare in prima linea, aver avuto un collega contagiato o morto ed essere giovani e donne”. Inoltre l’esposizione al contagio è stata associata ad un maggior rischio di depressione. “Lo stress post traumatico si manifesta subito, ma ha anche un’onda lunga a sei mesi – ha affermato Rossi -. Monitoreremo la situazione con un follow up già nei prossimi mesi, per valutare l’evoluzione delle condizioni degli operatori sanitari”.