Notiziario AIOM

Lo studio. TUMORI: IN EUROPA GUARISCONO METÀ DONNE E 40% UOMINI

La metà delle donne (51%) e quasi il 40% degli uomini europei guariscono dal tumore.

È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista “International Journal of Epidemiology”, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e del Centro di riferimento oncologico di Aviano (Pordenone), condotto su dati del programma Eurocare su 32 tipi di tumore: in meno di dieci anni le persone tornano ad avere un’attesa di vita simile a chi non si è ammalato, per quanto riguarda in particolar modo i tumori a tiroide, testicolo, stomaco, colon retto, utero e melanoma. I dati riguardano 7 milioni di pazienti raccolti in 17 Paesi europei dal 1990 al 2007 e seguiti per almeno 18 anni. In particolare, in Europa, le persone che hanno avuto una diagnosi di tumore sono circa 25 milioni su una popolazione di 500 milioni di abitanti. Gli indicatori sono stati calcolati per la prima volta in modo sistematico a livello europeo per tipo di tumore, per sesso e per gruppi di età.

“Questo studio è una bussola importante in tema di oncologia – ha affermato il Presidente ISS, Silvio Brusaferro –, ci racconta di progressi significativi in questa malattia e mostra contemporaneamente come sia necessario non distogliere l’attenzione dalle patologie oncologiche, neppure in questo momento di emergenza sanitaria. Anche in questi mesi è importante – ha continuato il Presidente – dare continuità a tutti i programmi di screening e ai percorsi di cura”.

“In 10 anni – ha commentato Luigino Dal Maso, epidemiologo del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano e coordinatore dello studio – l’aumento della probabilità di guarire è stato di circa il 10% per la maggior parte dei tumori. Dopo 5 anni dalla diagnosi possono ritenersi guarite le persone a cui era stato diagnosticato un tumore del testicolo o della tiroide; dopo meno di 10 anni le persone con tumori dello stomaco, del colon retto, dell’endometrio e il melanoma. La maggior parte delle persone con tumori della prostata o della mammella necessiterà di oltre 10 anni perché la loro attesa di vita raggiunga quella di chi non ha avuto un tumore”. I risultati dello studio “evidenziano che sono molti i tumori dai quali si può guarire, non solo essere curati”, ha aggiunto Dal Maso. “È ipotizzabile, inoltre – ha sottolineato Silvia Francisci, ricercatrice dell’ISS e corresponsabile dello studio – che le persone con diagnosi successive al 2007 abbiano una probabilità di guarire maggiore di quanto documentato da questa ricerca”.

“Le analisi presentate – ha commentato Roberta De Angelis, ricercatrice dell’Istituto Superiore di Sanità e membro della direzione scientifica di Eurocare – completano il quadro delle pubblicazioni Eurocare-5 che documentano progressi e criticità nella cura dei pazienti oncologici in tutta Europa. Migliorare le conoscenze sull’esito del percorso di cura, inclusa la guarigione, è un obiettivo qualificante della Joint Action sul Cancro della Commissione Europea iPAAC (Innovative Partnership for Action Against Cancer), che ha supportato lo studio. Ottimizzare l’uso dei dati raccolti dai Registri tumore Europei e promuovere la diffusione di indicatori affidabili sui sopravviventi a tumore rientra nelle attività iPAAC su Health Information, coordinate da ISS. Migliorare le evidenze scientifiche disponibili contribuisce a migliorare i servizi e a ridurre le diseguaglianze di accesso alle cure”.

“Lo studio suggerisce l’opportunità di non considerare più ‘irreversibile’ l’esperienza di malattia tumorale – ha spiegato Diego Serraino, direttore della struttura di Epidemiologia Oncologica dell’Irccs Cro di Aviano e coautore del lavoro –. Sapere quali sono i tempi di guarigione per sesso, età dei pazienti e, soprattutto, tipo di tumore, offre ai clinici l’opportunità di calibrare meglio i loro interventi sui pazienti e consente anche ai decisori politici di organizzare l’assistenza oncologica nella maniera più efficace ed efficiente”.

I dati in sintesi

Le probabilità di guarire sono superiori all’80% per i pazienti europei con tumori del testicolo (94%), della tiroide (87% per le donne e 70% per gli uomini) e melanomi cutanei (86% nelle donne e 76% negli uomini). Percentuali di guarigione superiori al 60% sono emerse anche per i pazienti con tumori dell’endometrio (76%), della mammella (66%), della cervice (64%) e della prostata (63%), oltre che per i pazienti con linfomi di Hodgkin (75% per le donne e 67% per gli uomini).

I pazienti con tumori dell’esofago, pancreas, fegato, polmone, sistema nervoso centrale (negli adulti), leucemie linfatiche croniche, mielomi hanno ancora probabilità di guarigione inferiori al 15%.

Il tempo per la guarigione, necessario affinché diventi trascurabile la morte per la malattia, è molto breve (1-2 anni) per la maggior parte dei tumori della tiroide, del testicolo e per i linfomi di Hodgkin diagnosticati nei giovani sotto i 45 anni di età. È pari a 5-10 anni per i pazienti con tumori dello stomaco, del colon retto, dell’utero e melanomi. Per le persone con tumori della mammella, della prostata e della vescica, il rischio di ripresa è esiguo ma ancora presente almeno fino a 15 anni dalla diagnosi e oltre la metà dei pazienti non morirà a causa della malattia. La maggior parte dei pazienti con linfomi, leucemie e mielomi sono esposti per il resto della loro vita a un rischio più alto di ripresa di malattia rispetto agli individui “sani”, anche se per una parte di questi pazienti la malattia convive molto a lungo con forme “croniche” o “asintomatiche”.

Per i pazienti che non guariscono dal tumore, l’attesa di vita varia mediamente da oltre 10 anni per le leucemie linfatiche croniche, difficili da guarire ma con cui si convive a lungo, a meno di 6 mesi per i tumori del fegato, del pancreas, del polmone e del sistema nervoso centrale nelle persone oltre i 65 anni di età. I pazienti di oltre 65 anni che non guariscono dopo tumori della mammella e della prostata vivono in media oltre 5 anni dopo la diagnosi e l’aumento è stato di circa 1 anno nei 10 anni analizzati dallo studio. Per quasi tutte le forme neoplastiche, all’aumentare dell’età, oltre a calare la probabilità di guarigione, diminuisce il tempo di sopravvivenza di chi non guarisce.