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TUMORE AL SENO: INTERRUZIONE CURE ONCOLOGICHE DELL’INIZIO PANDEMIA POTREBBE CAUSARE MOLTE PIÙ MORTI NEI PROSSIMI DIECI ANNI

Lo studio pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute

Con un ritardo degli screening del 94% a maggio dello scorso anno, i modelli matematici hanno previsto 2487 morti per carcinoma mammario in più tra il 2020 e il 2030 solo negli Stati Uniti, ma il dato potrebbe raddoppiare se i disagi si dovessero protrarre per 12 mesi

Nei primi mesi della pandemia di COVID-19, nel 2020, le procedure mediche d’elezione, compresi gli screening per il tumore del seno, sono state ridotte per dare priorità ad esigenze mediche urgenti e limitare il rischio di diffusione del coronavirus nelle strutture sanitarie. Uno studio ha mostrato che, a maggio 2020, gli screening di prevenzione dei tumori del seno e della cervice sono diminuiti del 94%. Sono anche cambiati i protocolli terapeutici per il tumore del seno, con ritardi nei trattamenti e riduzione della somministrazione di chemioterapia.

Un recente studio di Alagoz e colleghi pubblicato nel Journal of the National Cancer Institute ha analizzato l’impatto dell’interruzione dei controlli per il tumore mammario. A causa della contrazione degli screening e dei ritardi delle diagnosi e dei trattamenti durante i primi 6 mesi della pandemia, gli autori dello studio prevedono che ci saranno 2.487 morti in più per tumore del seno tra il 2020 e il 2030. I risultati dello studio suggeriscono che il dato potrebbe raddoppiare se gli effetti della pandemia sui ritardi negli screening, sulle diagnosi sintomatiche e somministrazione di chemioterapia si dovessero protrarre per 12 mesi.

Metolodogia dello studio

I ricercatori hanno utilizzato tre modelli consolidati di simulazione per il tumore del seno del Cancer Intervention and Surveillance Modeling Network del National Cancer Institute per prevedere gli effetti delle interruzioni delle mammografie di screening per la diagnosi del tumore sintomatico e della riduzione dell’utilizzo della chemioterapia, dovute a COVID, nelle donne con malattia in stadio precoce tra marzo e settembre 2020. Sono state eseguite analisi di sensibilità per determinare l’effetto dei parametri chiave del modello, compresa la durata dell’impatto della pandemia.

Ogni modello stimava gli effetti delle interruzioni per COVID-19 sulle morti per tumore del seno nelle donne di 30 – 84 anni tra il 2020 e il 2030 negli Stati Uniti.

Risultati

Gli investigatori hanno riferito che entro il 2030 i modelli hanno previsto 950 (model range = 860–1.297) morti cumulative in eccesso per tumore del seno correlate alla riduzione degli screening; 1.314 (model range = 266–1.325) associate alla diagnosi tardiva dei casi sintomatici e 151 (model range = 146–207) alla riduzione dell’uso della chemioterapia nelle donne con tumori ormono-positivi in stadio precoce. Oltre a questo, sono stimate 2.487 (model range = 1.713–2.575) morti in eccesso per tumore del seno, che rappresentano uno 0,52% (model range = 0,36%–0,56%) di aumento cumulativo atteso entro il 2030 in assenza di interruzioni dovute alla pandemia.

Le analisi di sensibilità indicano che l’impatto sulla mortalità per tumore del seno potrebbe quasi raddoppiare se gli effetti della pandemia previsti dai modelli sugli screening, sulle diagnosi sintomatiche e sulla chemioterapia fossero protratti per 12 mesi.

“Le interruzioni iniziali causate dalla pandemia sulle cure del tumore del seno avranno un piccolo impatto cumulativo a lungo termine sulla mortalità per tumore mammario. Sforzi continui per garantire un pronto ritorno agli screening e per ridurre al minimo i ritardi nella valutazione delle donne sintomatiche, possono mitigare in gran parte gli effetti delle interruzioni iniziali dovute alla pandemia” concludono gli autori dello studio.

Significato clinico

“Sono stati scritti numerosi report sull’impatto a breve termine di COVID-19 sulle attività di controllo del tumore del seno,” ha affermato in una dichiarazione l’autore principale dello studio Oguzhan Alagoz, PhD, Professore del College of Engineering, Population Health Sciences presso a University of Wisconsin-Madison School of Medicine and Public Health. “Abbiamo rilevato che i rapidi adattamenti delle strutture sanitarie per elaborare strategie per riprendere i servizi di screening, diagnosi e trattamento del cancro al seno entro un periodo di 6 mesi hanno ampiamente limitato il potenziale impatto sulla mortalità per tumore del seno. Le strutture dovrebbero dare priorità agli screening delle donne che non hanno fatto le mammografie di routine durante la pandemia per ridurre l’impatto sulla mortalità.”