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Trastuzumab-Pertuzumab Plus Eribulin or Taxane as First-Line Chemotherapy for Human Epidermal Growth Factor 2-Positive Locally Advanced/Metastatic Breast Cancer: The Randomized Noninferiority Phase III EMERALD Trial

Gli autori nello studio hanno posto l’attenzione [1] al tema del confronto tra regimi di trattamento per il carcinoma mammario metastatico HER2-positivo, affrontando un’esigenza rilevante del tumore della mammella, HER2-positivo, ovvero convalidare nuove opzioni di trattamento in fase avanzata.
Il razionale dello studio deriva dalla consolidata efficacia di trastuzumab e pertuzumab (TP) in combinazione con i taxani, trattamento standard di prima linea metastatica [3]. Tuttavia, gli effetti avversi (AEs) associati ai taxani, comprese le tossicità ematologiche e non ematologiche, nonché le non trascurabili reazioni da ipersensibilità associate alle somministrazioni endovena, rendono necessaria l’esplorazione di trattamenti alternativi che possano ridurre al minimo gli effetti collaterali, mantenendo allo stesso tempo adeguati i livelli di risposta al trattamento. L’eribulina, un inibitore dei microtubuli non tassanico, viene proposta in questo lavoro come potenziale sostituto che potrebbe offrire un migliore profilo di sicurezza, senza compromettere l’efficacia.
Lo studio di fase III ha l’obiettivo di dimostrare la non inferiorità del regime in studio rispetto al regime tradizionale con taxani (docetaxel/paclitaxel), se combinato con TP. L’endpoint primario è la sopravvivenza libera da progressione (PFS), quelli secondari la sopravvivenza globale (OS), il tasso di risposta obiettiva (ORR), la qualità di vita (QoL) e i profili di sicurezza.
Lo studio EMERALD ha arruolato 446 pazienti con carcinoma mammario HER2-positivo localmente avanzato o metastatico con unica etnia giapponese, senza precedenti chemioterapie per la malattia metastatica mammaria.
La PFS mediana del regime con eribulina è stata di 14,0 mesi, vs 12.9 mesi del regime con taxani (HR, 0.95 [95% CI, 0.76 to 1.19]). I tassi di ORR sono stati del 76,8% per eribulina e del 75,2% per i taxani, mentre il beneficio clinico è stato rispettivamente 88,8% e 86,9% per i due gruppi, rispettivamente. La OS mediana è stata riportata a 65,3 mesi per il gruppo dei taxani, mentre non è ancora stata raggiunta nella coorte di eribulina. Gli AEs sono stati comparabili tra i due bracci di trattamento. Gli effetti collaterali del trattamento sono stati riportati in oltre il 90% dei pazienti di ciascun gruppo; tuttavia, alcuni effetti indesiderati, come le reazioni all’infusione, gli effetti indesiderati cutanei, la diarrea e l’edema, sono stati osservati più frequentemente nei pazienti trattati con i taxani. Un aspetto a sfavore del regime includente eribulina è stata la neuropatia sensoriale periferica di grado >3.
La QoL è stato un endpoint secondario significativo in questo studio. Il tempo mediano al deterioramento della QoL è stato di 7,16 mesi per i pazienti trattati con eribulina rispetto a 4,57 mesi per quelli con taxani (HR 0,80; 95% CI [0,66, 0,99]; P = 0,08). La durata mediana del trattamento con eribulina è stata di 28,1 settimane, rispetto alle 18,1 settimane del docetaxel e alle 20,5 settimane del paclitaxel, indicando che il regime basato sull’eribulina può fornire una QoL più stabile per tutto il periodo di trattamento, secondo i ricercatori.
L’aspetto rilevante di questo studio è ruolo di potenziale cambiamento della pratica clinica, avendo come intento quello di dimostrare che l’eribulina può eguagliare, se non superare l’efficacia dei taxani, offrendo anche una maggiore sicurezza. Se ciò dovesse essere convalidato in ulteriori evidenze e con popolazioni demografiche differenti, potrebbe portare a cambiamenti significativi nei protocolli di trattamento, fornendo ai pazienti opzioni più tollerabili e che non sacrificano i benefici terapeutici.

Bibliografia
[1] Yamashita T, Masuda N, Saji S, Araki K, Ito Y, Takano T, Takahashi M, Tsurutani J, Koizumi K, Kitada M, Kojima Y, Sagara Y, Tada H, Iwasa T, Kadoya T, Iwatani T, Hasegawa H, Morita S, Ohno S. Trastuzumab, pertuzumab, and eribulin mesylate versus trastuzumab, pertuzumab, and a taxane as a first-line or second-line treatment for HER2-positive, locally advanced or metastatic breast cancer: study protocol for a randomized controlled, non-inferiority, phase III trial in Japan (JBCRG-M06/EMERALD). Trials. 2020 May 7;21(1):391. doi: 10.1186/s13063-020-04341-y. Erratum in: Trials. 2020 Jun 8;21(1):503. doi: 10.1186/s13063-020-04408-w. PMID: 32381018; PMCID: PMC7206765.
[2] https://dailynews.ascopubs.org/do/eribulin-dual-her2-blockade-noninferior-taxane-her2-positive-advanced-breast-cancer. Access on January 19, 2025.
[3] Swain SM, Miles D, Kim SB, et al; CLEOPATRA study group. Pertuzumab, trastuzumab, and docetaxel for HER2-positive metastatic breast cancer (CLEOPATRA): end-of-study results from a double-blind, randomised, placebo-controlled, phase 3 study. Lancet Oncol. 2020;21(4):519-530.


Toshinari Yamashita, Shigehira Saji, Toshimi Takano, Yoichi Naito, Michiko Tsuneizumi, Akiyo Yoshimura, Masato Takahashi, Junji Tsurutani, Tsuguo Iwatani, Masahiro Kitada, Hiroshi Tada, Natsuko Mori, Toru Higuchi, Tsutomu Iwasa, Kazuhiro Araki, Kei Koizumi, Hiroki Hasegawa, Yohei Uchida, Satoshi Morita, Norikazu Masuda

Journal of Clinical Oncology, 2025, Jan. 9

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