Molto si è parlato di e-cig negli ultimi giorni, spesso anche in modo non adeguato, spesso solo per “catturare la notizia che fa scalpore” più che per fornire un’informazione fondata e scientificamente corretta. Il principio fondamentale di tutte le campagne di prevenzione primaria dovrebbe essere la protezione delle categorie più deboli e più a rischio (fra cui giovani e bambini) ed evitare le esposizioni secondarie a fattori di rischio noti e/o dubbi.
In questa survey nazionale viene chiaramente riportato un aumento nel 2018 (rispetto a dati del 2015-2017) dell’esposizione delle scolaresche ad aerosol di e-cigarettes derivante dalla convivenza con adulti svapatori. L’attenzione va posta su quanto presente nei fumi dell’e-cig (ossia nicotina, metalli pesanti, aldeidi, glicerina, additivi, …) oltre che sull’insegnamento/messaggio che viene trasmesso alle giovani generazioni avvolte in questa nube di svaping (!) e al fatto che unitamente a questa esposizione rimane reale e presente anche quella al “secondhand tobacco smoke”, ossia all’accertata nociva esposizione di seconda mano al fumo di sigaretta.
Andy S. L. Tan, MBBS, MPH, MBA, PhD; Cabral A. Bigman, PhD; Susan Mello, PhD; et al
JAMA Network Open, August 28, 2019